CAPITOLO XVL 455 di Ferrara fosse lasciala libera e rispellala; per cui, non obbedendo i Veneti, egli non esilò a scagliar conlro loro un terribile anatema. 11 25 maggio 1485, papa Sislo IV, malgrado le rimostranze fattegli in concistoro dal cardinale Marco Barbo, anzi con sette cardinali soli di sua opinione, fulminò la scomunica conlro Venezia «perché non voleva lasciare l’impresa di Ferrara, terra della Chiesa » (1). Altro esempio, dice il Sagredo, che le differenze della república colla corle di Boma erano differenze di principato con principato, non dei figli col padre dei cristiani (2). Era intimalo alla Signoria, in quella bolla, di restituire entro il termine perentorio di quindici giorni tulio quanto avea conquistalo a danno del duca di Ferrara; allrimenle il Doge, i patrizi e tutta la república restavano scomunicali; ed esteso l’interdetto anche a lutti i paesi posti sollo il dominio veneto, con ordine agli ecclesiastici di uscir tosto dalle terre della Signoria, onde non potessero amministrare i sacramenti, nè anche in punto di morte. Tulli i beni dei Veneziani confiscali ; sciolti i loro debitori dall’obbligo di restituzione, anzi 4 * (1) Sanuto. (2)