CAPITOLO XII. 383 venda ha lascialo occupare dagli Imperiali Peschiera, che è una piazza forte: ma, grazie alla vittoria di Bor-ghelto, noi ce ne'siamo impaifronili ». Intorno al qual fatto, volle Bonaparte avere le più ampie spiegazioni dalla bocca stessa del proveditore; e, tanto era il terrore sparso dalle armi francesi, che costui, non appena ha saputo che bisognava presentarsi al generale, si è dato per morto: « Io parto, scriveva al suo governo nel momento d’andarsene; voglia Dio essermi propizio, e ricevermi in olocausto! » 11 male è, che la pusillanimità di quesT uomo (ornava opportunissima ai disegni di Bonaparte^ il quale, volendo occupare repentinamente Verona senza perdere nemmanco il tempo di sparare uno schioppo, per raggiungere gli Austriaci, ed avere un ponte sull'Adige, vide di poter tutto ottenere soltanto coll’intimidire l’eroico proveditoro e togliergli ogni idea di resistenza. Onde gli si avventò contro, gridando che Venezia aveva assai mal corrisposto alle amichevoli disposizioni della Francia; che l’aver lasciato occupare Peschiera dagli Austriaci era un vero tradimento, di cui avrebbe dovuto render conto severissimo, poiché il sangue di 1500 uomini sparso per conquistarla reclamava vendetta: quindi s’apparecchiasse a vedere Verona tutta a fuoco e fiamme, poiché tali erano gli ordini mandatigli dal suo governo. Quelle tracotanti minaccio dovevano ben scuotere Venezia, e farle comprendere che il momento fatale per lei era giunto; onde, se Foscarini avesse avuto l’animo e la virtù di Pietro Capponi, avrebbe dovuto rispondere a Bonaparte, non con le umili proteste, non collo spalan-