CAPITOLO IX. 247 Aggiunta nuovissima fatta al capitolare delti signori inquisitori de stato : quale ha avuto principio in tempo che era inquisitore il signor Domenico Molino, et ha proseguito sino a tempi correnti, dopo il 1670. Io Alcune volte occorre che per interesse di stato non si possi differir alcuna deliberatione alla reddutlione solita del conseglio de’ Pregadi, come anco occorre che sia necessario alle volte qualche ordine a rapresentanti nostri che non è bene communicarlo a tutto il senato, per la varietà delle opinioni che si sussitano; sì anco perchè il numero maggiore de’ voti può impedire la più sana risolutione del pubblico servicio, ed anco perchè le deliberationi de tutto il conseglio impegnano ad una osservanza permanente et palese, et molte volte è più espediente una opera momentanea et nascosta. Per tanto havendo alcuni de’ savii maggiori fatto a noi a parte queste considerationi et fattici capaci che alle volte il savio di settimana scriverebbe qualche lettera ad ambasciatori, o rapresentanti nostri da terra et da mare, che operassero più ad un modo che all’altro in alcuna straordinaria occorenza et di insolita gelosia, se esso savio credesse di restare obbedito al secreto, non havendo lui per verità de commandare cosa alcuna senza l’approbatione del senato. Pertanto resti terminato, che in avvenire quando nasca questa occorrenza straordinaria et gelosa, uniti che siano li savij maggiori tutti sei in opinione di tenere questa strada insolita, conferito da loro a parte et personalmente la facenda a noi