CAPITOLO XIV. 587 anche l’entusiasmo per quella magnanima impresa, e Cristoforo Moro fu beatissimo d’aver trovata una buona scusa, per tornare onoratamente a casa sua, sicché il Sandi potè esclamare a sua posta che tale acerbità di caso sciolse l'opra più chiara di quel secolo. — « Secreti di providenza impenetrabili! (1). » Oltre a tante virtù politiche e civili, anche letterariamente parlando il Piccolomini diè saggio di bellissimo ingegno. Egli scrisse e publicò un libro, col titolo di Gobelinus, che contiene i commentari della propria vita e del proprio pontificato. Quel libro finisce coll’ultimo dì dell’anno 1463, il sesto di regno, prima del viaggio ad Ancona, pel quale vi si trovano falli i più fervidi voli. — Parlando di tal opera asserisce il Sismondi che nessuno scrittore di quei tempi mostrò più sano criterio del Piccolomini, una più profonda conoscenza degli uomini e delle cose, un’arte più grande di render vario ed interessante il racconto, di ricapitolare lutto ciò che appartiene a un paese ; di mano in mano che lo si (1) Storia civile di Venezia — lib. vm, eap. 9.—Così narra il Mac-chiavelli questo fatto : » Andò tanto avanti il Pontefice con la speranza, che partì da Roma, ed andonne in Ancona, dove s’era ordinato che tutto l’esercito convenisse, ed i Veneziani gli avevano promesso navigi, per passarlo in Schiavoriia. Convenne, pertanto, in quella città, dopo l’arrivar del Pontefice tanta gente, che in pochi giorni tutti i viveri che in quella città erano, e che dai luoghi vicini vi si potevano condurre, mancarono, di qualità che ciascuno era dalla fame oppressato. Oltre di questo, non v’erano danari per provederne quelli che n’avevano di bisogno, nè armi da rivestirne quelli che ne mancavano; e Mattia e Carlo non comparsero; ed i Veneziani vi mandarono un loro capitano con alquante galee, piuttosto per mostrar la pompa loro, e d’avere osservata la fede, che per potere quello esercito passare. Onde che, il Papa, sendo vecchio ed infermo, nel mezzo di questi travagli e disordini, morì. Dopo la cui morte, ciascheduno alla sua casa se ne tornò, i—Hi sturi e Fiorentine, lib. vut.