150 STORIA DEL CONSIGLIO DEI DIECI di penetrare in città. La lotta doveva incominciare sulla piazza di San Marco, donde, il capitano, con duecento uomini, avrebbe assalito il palazzo ducale e spogliala la famosa sala delle armi. Di poi si sarebbe pensato alla zecca ed ai campanili, per impedire che il governo potesse far suonare allo stormo. Posti aH’imboccatura delle vie che facevan capo sulla piazza dei buoni pezzi d’artiglieria tolti, prima che si potesse farli venire dall’arsenale, dalla fusta del consiglio dei Dieci. E lutto ciò coll’assassinare quanti avrebber tentalo di frapporre ostacoli, e facendo il minimo rumore possibile. Poiché lo scoppio più grave doveva avvenire nel forzare la porta dell’arsenale. Allora quei congiurali, che già v’eran dentro per ragione d’impiego, massacratine i comandanti, avrebber dato il fuoco ai quattro angoli principali, per lasciar agio al Renault di approfittare di quella improvvisa confusione di penetrarvi co’ suoi, ed impadronirsi così di tutta l’artiglieria, uccidendo quanti soldati si fossero loro posti dinanzi. In pari tempo, Jacques-Pierre avrebbe forzalo le carceri, toltine ed armati i prigionieri, onde far scannare da essi i più cospicui senatori, ed appiccare l'incendio in quaranta diversi punti della città, affinchè più grave riescisse lo sbalordimento e la confusione. Per tal modo, anche gli Spagnuoli del duca d’Ossuna avrebber potuto sbarcare sulla piazza di San Marco, diffondersi nei principali quartieri della città, e così rendere la lotta più forte e più formidabile. Libertà doveva essere il grido della rivolta; ed in nome della libertà era permesso di dare, a guerra finita, il saccheggio in tutte le case che non fossero state di stranieri.