502 STORIA DEL CONSIGLIO DEI DIECI sua venula in Italia, e pregò inoltre gli si dichiarasse qual soccorso dessa era pronta a fornirgli,'onde potesse slar sicuro di non essere dai Francesi mallrallato. Per tre giorni si tenne, in proposilo, il Consiglio dei Dieci, con gran Giunta; e si venne alla conclusione di non dare risposta di sorla, perchè i Veneli temevan cerio di più il vedere Luigi XII riconciliarsi col Duca di Milano, che il ritorno dei Francesi in Italia; slimando essi minor male, al dire del Bembo, l’aver vicino un re stranièro, che un traditore. E, con questo titolo, volevano designare Lodovico Sforza, il quale trattava allora di conciliarsi col re contro ai Veneziani; e, contro di essi, era d’accordo, eziandio, coi Fiorentini e col Turco. Perciò, ad impedire che quella riconciliazione avesse luogo, furon solleciti a mandare ambasciatori al re, ed il Irovaron pronto a far lega con essi, purché gli desser mano a giovarlo nelle sue mire sugli Stati di Milano e di Napoli. Che anzi, i plenipotenziarii francesi, mandali a lai uopo a Venezia, giunsero sino a dire che, se la república avesse voluto concorrere alla conquista di Milano ,' il re avrebbe con essa divise le spoglie degli Sforza, e cedutale la provincia di Cremona con tulio il paese situato fra l’Adda, l’Ollio ed il Po. La proposizione era pei Veneziani troppo delicata. Traltavasi nientemeno, col prestar aiuto al re di Francia per la conquista di Milano, che di riconoscere la giustizia delle sue pretensioni, lasciar posto a un vicino già potente e, quel che è peggio, dare un padrone, assai formidabile all’Italia. Ma d’allra parte riesciva loro forseimpos-sibile il mantenersi neutrali in una tanta impresa, mentre Luigi, por meglio riescirvi, aveva già ollenuto dal duca