STORIA DEL CONSIGLIO DEI DIECI uno sialo da far veramente picih. Ed intanto, l’ipocrita imperatore, ordinava pubbliche preci per la liberazione del padre comune dei fedeli; ed ogni dì mandava nuovo truppe di rinforzo perchè fosse meglio custodito!! Perchè, dunque, ripctiam noi, a tanto eccesso non accorrevano le milizie confederale? Finalmente s’accorsero i Veneziani, che i disastri di Roma potevano costare assai cari anche alla rcpublica ; per cui si decisero, in frella, di levar truppe, di allestire una flolla , e di ricorrere ad altri spedienti, per impossessarsi di Ravenna, colla scusa di difendere gli Siali di Santa Chiesa. E ben riescirono in tempo a compiere questo loro disegno; ma non per recare onorevole soccorso al papa, il quale fu costretto, per non morire nel castello d’inedia o di peste, solilo regalo che portano intorno le milizie straniere, a comperarsi la libertà a durissime condizioni. — Manco male che in questo trambusto ne andaron di mezzo, per la loro parie, anche i signori cardinali. Nuova colluvie di Francesi capitò, per altro, in Italia, nell’agosto del 1527, sotto il comando del generale Lautrec, il quale, dopo aver vinto a Genova e ad Alessandria, potè unirsi coll’esercito veneziano, e quindi portarsi sollo Pavia, a cui fece pagare col saccheggio e colla devastazione i disastri quivi sofferti dalle milizie francesi, in altra occasione; c così poterono avere buon gioco contro l’imperatore. Della quale vittoria mollo opportunamente volevano approfittare i Veneziani per ¡spingere con più ardore le operazioni di guerra, ed oramai non badare più ad altro, che a raggiungere il supremo intento di scacciare gli Austriaci da tutta l’Italia. Ma i Francesi, sira-