340 STORIA DEL CONSIGLIO DEI DIECI Così, rimaste prive d’ogni qualsiasi cooperazione da parte di Venezia, indarno si affaticarono l’Austria e la Russia per abbattere l’impero turco, il quale, a dispetto di tutti, è ancora in piedi oggidì, malgrado le terribili scosse cagionategli dal vecchio viceré d’Egitto e dal bellicoso di lui figliuolo. In verità che si sente commover l’anima per tenerezza a pensare alla patriarcale buona fede, colla quale il dabbene Cesare Balbo fondava le sue speranze per l’indipendenza d’Italia sulla caduta dell’ impero ottomano, che, a sentir lui, si trova già da parecchi anni decrepito e moribondo. Povera Italia! se dovesse aspettare a liberarsi dall’abborrita presenza degli Austriaci, quando loro parerà e piacerà di toglierci d’incomodo per andar ad inorientarsi con, lutto loro agio nei paesi della moria Turchia. Pur troppo è lunga l’agonia degli imperii, anco i più sfasciali e corrosi 5 e non è senza meraviglia che noi vediamo l’Austria sopravvivere alle tremende riscosse dell’Italia, della Boemia e deH’Ungaria, senza contare la ferita che ha nel cuore, per le replicale insurrezioni dell’islessa Vienna. Indispettito l’imperatore Giuseppe 11 per il rifiuto del governo veneto, pensò a vendicarsene quando, capitato a Trieste, accolse con altero disdegno gli ambasciatori della república che colà eransi recati per ossequiarlo (1); ed in pari tempo faceva porgere al senato dal suo ministro in Venezia note e reclami, per poco non si direbbe minacciosi. (1) « Non avendo essa voluto collegarsi con Giuseppe contro il Turco, naturale ed eterno nemico dello Stato suo, ne aveva avuto le male parole di quell’imperatore in Trieste.»—Botta, Storia d’Italia, dal 1789 al 1814.—