270 STORIA DEL CONSIGLIO DEI DIECI siemo che se la tentatione fosse vera potrebbe bavere lo stesso incontro. Questo homicidio però sij eseguito con armi da taglio; perchè il permettere armi da foco per caso non vero darebbe sospetto allo stesso amba-sciadore di collusione concertata. Se questo bandido interfetlo fosse solito ad haver ricovero per sicurezza in casa dell’ambasciadore, sarebbe anco mollo più a proposito, perchè questo ricovero renderebbe a l’universale maggiormente credibile la tentatione, et l’am-basciadore stesso, benché saprà di non haver data questa comissione, non sarà lontano col pensiero che il bandido di proprio moto babbi fatta la tentatione, per agiustar prima il concerto, el portarlo poi come cosa fatta all’ambasciadore, per fine di acquistar merito con lui et premio a sè stesso. 15.° Nelle occorrenze di casi gravi de'nobili nostri, ha da tempo in qua preso in uso il conseglio de’ Dieci di levar la nobiltà a delinquenti, quando siano contu-macj, tuttoché la colpa non sij di felonia, o inlacco di cassa, et queste colpe sole, el non altre reità, ne’tempi più antichi solevano restar punite con questa macchia di privatone; è anco vero che in quei tempi antichi; ne’quali si accostumava più di rado di levare la nobiltà, se tal hora si levava, quando occorreva liberar il bandido, che sol farsi con alcuna gratia dell’ istesso conseglio de’ Dieci, dell’ istesso conseglio pure con nuova parie di gratia, ma con le maggiori strettezze di ballotte, restituiva la nobiltà; ancora dal tempo delle cor-reltioni erette in qua fu stabilito dal maggior conseglio che la restilulione della nobiltà non possa esser falla che dal medesimo maggior conseglio; onde occorre