STORIA DEL CONSIGLIO DEI DIECI slo avviso et che noi, per estirpare a fatto questi tentatori, clic di quando in quando assaliscono l’integrità de’ nobili nostri, habbiamo data licenza a quello che è stato tentato di amazzare con arma da foco il tentatore, se più se appresemi a lui, et che abbiamo terminato che ogni nobile nostro, che venga nuovamente tentato mostri di accettare il partido et che subito la faccia noto a noi, perchè gli daremo la stessa licenza, et anco li somministraremo agiuto, acciò de fatto nella seconda conferenza il tentatore resti interfetto. Ciò venga portato a monsignor Nuntio dal prelato nostro, per via di avviso molto recondito, perchè non vi è dubbio che lo stesso Nuntio non lo avvertisca all’ambassiatore quale forse si persuaderà desistere di mandar tentatori, quando possi temere la loro occisione improvisa. 14.° Chi potesse assicurarsi che l’avvizo portato dal prelato al Nuntio facesse l’effetto preteso de inferire timor valevole nella mente de’tentatori, et che per ciò desistessero di voler correr questo pericolo, haverebbe, non è dubbio, fatto un gran bene senza alcun caratto di male: perchè se non vi siano tentatori, si poterebbe sperare che pochi o nessuno de’nobili nostri, di proprio molo si offeriscano all’ambasciadore di farsi ribelli: ma le consideralioni prudenti che hanno dissuaso noi di dare quesla licenza nasceranno facilmente nella mente dell’ambasciadore et del suo secretario, per rendere incredibile questa licenza; tanto più che i principi esteri sogliono fare particolare osservanza di spedire per am-basciadori persone che d’ingegno acuto molto più di quanto si osserva in repubblica, ove le aderenze et le parentele molle volte danno incombenze a soggetti non