126 CAPO IV ambulanti; dà degli incoraggiamenti per lo sviluppo dell’istruzione degli apprendisti a mezzo di mostre dei lavori di essi dando dei premi ai migliori; appoggia le cooperative di mestieri per la fornitura di macchine, materie prime, per l’uso in comune di piccole macchine; procura loro del credito, fornisce loro delle macchine a buone condizioni e organizza speciali corsi per il cooperativismo. L’istruzione professionale non è ancora molto diffusa in Bulgaria. Nel 1926 vi erano: una scuola professionale meccanica di Sofìa per cui lo Stato spende un milione di lev. all’anno; una dello stesso tipo a Gabrovo 400 mila lev.; una scuola per la tessitura e la tintoria a Sliven 300 mila lev.; una per la falegnameria a Russe 200 mila lev. e altre piccole in provincia per i maestri di carradori, conciatori, ecc.; in tutto le scuole professionali mantenute dallo Stato ammontano a 32 con una spesa di 12 milioni di lev. con 2300 allievi. A Sofìa la Camera di Commercio mantiene da quattro anni una scuola di arti e mestieri; le altre camere di commercio organizzano dei corsi speciali per i mestieri. Dal 9 luglio 1924 è in vigore una nuova legge che mira a diffondere in paese l’istruzione professionale impartita in scuole medie, pratiche e pratiche complementari per preparare i giovani ad esercitare una industria, messe alla dipendenza del Ministero competente. Nelle scuole medie di tre anni sono ammessi gli allievi che abbiano fatto sei anni di scuola media, il che sembra troppo; in quelle pratiche dopo aver finito un corso di tre anni di scuola inferiore; i corsi durano due o tre anni. Le scuole pratiche complementari hanno lo scopo di dare la possibilità agli operai, ai piccoli impiegati dei due sessi, agli artigiani, di sviluppare le loro cognizioni teoriche e pratiche che loro interessano. Secondo l’art. 61 della legge queste scuole sono obbligatorie per i giovani operai dai 14 ai 21 anni che non abbiano finito alcuna scuola professionale. Queste scuole avranno una grande importanza per l’elevazione delle classi lavoratrici e dell’artigianato. Nel bilancio 1925-26 del Mi-