CAPITOLO Vili. Mentre tutta Venezia eccheggiava per le grida e evviva, e il suono delle campane e dei cannoni con che festeggiavasi l’avventuroso condottiero, è fama che so^ praggiungesse sulla piazza di S. Marco Francesco Bussone, il vecchio padre del Carmagnola, colà a stento recatosi dai confini del Piemonte per abbracciare il suo Francesco, fattosi degno di tanto onore e di tanta fortuna. E l’eroe di Maclodio, appena ebbe scorto tra la folla il cadente genitore, non vergognandosi dei rustici modi, nè dei poveri panni, gli corse incontro, ed al cospetto di tutta Venezia l’abbracciò e lo baciò, lacrimoso per tenerezza, e quindi il condusse, in mezzo al Doge ed agli altri magnati, alla sua casa. — Chi avrebbe mai detto in quel momento, che fra tre anni il capo del Carmagnola, reciso dal carnefice, sarebbe su quella medesima piazza ignominiosamente rotolato? Nel 1431 di nuovo si ruppe la guerra, la quale incominciò da parte del conte sotto mcn prosperi auspici. Trattavasi pei Veneziani di conquistare Cremona, ed ambiva il loro duce di avere anche Soncino, posta sulla riva destra dell’ Ollio. Si rivolse, a quest’ uopo, ad uno degli officiali nemici, come per tentare di farselo suo, e di avere così quella borgata a tradimento. Cose a quei giorni da non fare alcuna meraviglia. Si convenne dunque ch’egli farebbe avanzare un piccolo distaccamento, al nostra potcstale contigerit devenire, illas et illa vobis dabimus co modo quo tenere consuevistis, cum ac etiam ampliori conditione, quod ftlii et heredes masculi legittimi fratris vestri de legittimo matrimonio procreati, ac eorum descendentes masculi legittimi etiam de legittimo matrimonio procreati venire possint ad successionem predictorum bonorum, quae, ut profertur, in Lombardia possidebatis. — Dato in nostro ducali palalio, die primo, mensis martii, iiulictiune vii, mccccviiit. St. del Cons. dei Dieci —Voi. I. 2S