144 STORIA DEL CONSIGLIO DEI DIECI Pedro, procurar di guadagnarsi una città di terraferma, ritenuta indispensabile pel più sicuro esito dell’impresa. Fu scelta Crema, dove, per perfidia dei capi, si potè agevolmente combinar di nascondere 500 Spagnuoli, senza che il comandante veneziano potesse avvedersene. Bisognava quindi pensare ad impadronirsi di qualche piazza forte nel golfo, onde poter facilitare lo sbarco agli Uscocchi ed aver pronto un luogo di rifugio per la flotta spaglinola, in un caso di rovescio. Sventuratamente un tal Mazza, già da quarantanni sergente maggiore nella fortezza di Marano sulle coste dell’ Istria, corrotto a furia d’oro, promise, all’occasione, di ucciderne il veneto governatore e di assumerne tosto il comando in nome degli Spagnuoli. Per quanto il Bedmar, nella sua cupa prudenza, avesse stimato opportuno di tenere i suoi complici ignari l’un dell’altro, onde, all’occasione, più difficile riescisse il venire scoperto, non potè a meno di metter d’accordo il Renault con Jacques-Pierre, onde la congiura proseguisse in modo più spedilo e più sicuro. Il primo, più maturo d’anni e di consiglio, meditava i progetti; il secondo, più gagliardo di braccio, e d’ animo più risoluto, pigliavasi cura dell’esecuzione. Questi due uomini, di tempra non ordinaria, eransi già in altri tempi conosciuti, onde più facile e più intima riesci la nuova loro amicizia, con non lieve sorpresa e soddisfazione dell’ambasciatore. Il quale, per paura di arrischiarsi in un’impresa che poi non avesse avuto a riescire infallibile, aveva pensalo a procurarsene i mezzi da tre parti distinte, onde avesse sempre su che fondare, nel caso che dalPuna venisse a mancargli. Erano, come abbiamo