CAPITOLO Vili. 207 capitani eli Brescia il modo di arrestarlo e di rinchiuderlo in quel castello; con ingiunzione di impossessarsi nel medesimo tempo « della moglie, delle lettere, delle scritture, dei danari e dei beni del condottiero. » — in pari tempo, scrivevasi ai rettori delle terre, per le quali doveva passare, con ordine preciso di arrestarlo a forza quando vedessero in lui qualche tentativo di fuga (1). Al primo metter piede sul territorio di Vicenza, gli si fece incontro il governatore di questa provincia con alcune guardie, e lo scortò sino ai confini. All’ ingresso del territorio padovano Io stava atlenderido un’altra guardia d’onore. La notte ebbe cortese ospitalità nel palazzo del capitano d’armi, Federico Contarini, che all'indomani l’accompagnò fino a bordo delle lagune (2). — Quivi stavano ad aspettarlo i signori della notte, accompagnali dalle loro guardie ed officiali. Otto nobili gli fecero omaggio all’ingresso della città, e l'accompagnarono fino al palazzo ducale. Tutto questo però coll’aria di rendergli omaggio (3); sicché v’ha chi dice in buona fedeT che lungo il cammino gli si fecero onori straordinarii. E gli istorici della república, di conserva, raccontano il fatto con un certo sentimento di compiacenza » come un bel tratto di ciò che altre volte si chiamava prudenza e virtù politica (4). »’ (1) Secreti ordini si diedero alli rettori di Brescia, Verona, Vicenza r Padova, perchè fosse scortato per dritto sentiero senza deviarne ; ed1 a' Francesco Garzoni, Provveditore del Campo, s’impose di tener pronte lo genti d’arme, onde impedirgli la fuga s’ei la tentasse.—Sandi. (2) t Al Conte molto parve ciò nuovo, essendogli fatte tante carezze,-oltre quelle che solevano essergli fatte quando, dell’altre volte, veniva a. Venezia. Ma pure non disse alcuna cosa. »—-Sanuto. (3) i Mostrando d’essergli andati incontro per fargli onore. » (4) Perciò anche l’Amelot potè dire alla sua volta : « Franivis Car-