554 STORIA DEL CONSIGLIO DEI DIECI intromesso nell’Italia dall’ambizione dei Veneziani, i quali intesero a guadagnarsi, in tal modo, lo Stalo di Lombardia, non temendo, per l’ingordigia, di allargare i proprii dominii, di far signore di due terzi d’Italia un re straniero, altamente disapprova 1’¡stesso monarca francese, perchè, appena stabilito in Milano, si portò in modo alTallo contrario ai proprii interessi, porgendo aiuto a papa Alessandro nell’acquisto della Romagna; senza accorgersi come, con tale deliberazione, faceva debole se stesso, perdendo gli amici, e grande la Chiesa, aggiungendo alla di lei autorità spirituale anche mollissima corporale. Ma peggio ancora dice che egli abbia fatto ad entrare nella lega contro i Veneziani, ed aggiunge come, con ciò, abbia commessi cinque errori, cioè: « spenti i minori potenti ; accesciulo in Italia potenza a un polente; messo in quella un forestiere potentissimo ; non venulo ad abitarvi ; non vi messe colonie. I quali errori, vivendo lui, potevano ancora non lo offendere, se non avesse fallo il sesto, di torre lo Sialo ai Veneziani; perchè, quando non avesse fallo grande la Chiesa , nò messo in Italia Spagna, era ben ragionevole e necessario abbassarli. Ma, avendo preso quelli primi parlili, non doveva mai consentire alla ruina loro, perchè, sondo quelli potenti, avrebbero sempre temili gli altri discosti dall’impresa di Lombardia, sì perchè i Veneziani non vi avrebbero acconsentilo senza diventare signori loro, sì perchè gli altri non avrebbero voluto loda a Francia per darla a loro ; e andarli ad urtare ambedue non avrebbero avuto animo » (1). (1) Principe, cnp,