418 STOMA DEL CONSIGLIO DEI DIECI il senato di Venezia ne assunse la tutela, e così placidamente impadronissi del governo dell’isola; e ciò, alcuni dicono, in forza del testamento del re Giacomo (1\ Ma una tal cosa non garbò punto al re di Napoli, il quale, dal canto suo, fece tutto il possibile per contrastare alla repubblica un così importante acquisto: anzi ne vantava egli stesso un diritto per il proprio figlio Alfonso, promesso sposo ad una giovinetta nata, per via illegittima, da Giacomo Lusignano, fu re di Cipro. A fondar meglio le sue pretensioni, imaginò Ferdinando, re di Napoli, di indurre l’antica regina Carlotta ad adottare il suo Alfonso, a delta del Navagiero di soli sei anni; e vi riesci colla persuasione d’aver fatto un gran colpo, riunendo, per tal modo, sulla lesta del suo illegittimo figlio, i diritti dei due rami rivali della famiglia di Lusignano. Sperava eziandio che i Cipriotti si sarebbero concordemente sollevati nel vedere la figlia naturale del re Giacomo, e la legitlima erede di re Giovanni. P«r far valere le propie ragioni s’era Carlolla, nel 14G0, rivolta al papa Pio II, il quale, nelle sue belle memorie da noi già citate, ce ne porge una dipintura assai curiosa. — Questa donna, dice il brav’uomo, pareva che (1) Tàndem, vita excessunts, Rex, faetam conjugem, cum posthuma prole, Regni haeredem, supremis tabulis, reliquit : atoue, interim, tutelile ac veneti senatus patrocinio commendavit.— Veri, Historia, eec. — Sono tante e così contraddittorie le panzane che corrono intorno a quest’avvenimento , che noi siamo stati costretti di mettere alle prove la pazienza del lettore con note troppo copiose. Ma, dacché ci siamo, è debito nostro Io avvertire, come il Sismondi asserisca, che Gi;-como fu solo destinato all’arcivescovado di Nicossia, ma che Carlotta, sua sorella, avendo mal prevenuto la Corte ili Roma contro di lui, gli impedì di ottenere quel posto così eminente. — Hist, de répub., ecc., cap. hssii.