CAPITOLO XII. 339 lenii, od inulili. La costituzione di Sparla, clic fra le antiche, è !a sola che si accosti in certo modo a quella di Venezia, fu quella che durò più a lungo. Le republiche italiane del medio evo, mancando di tali rimedi contro l’ambizione dei cittadini, supplirono colle reazioni armale e cogli esigli in massa, lo che per fermo non ò buon rimedio; e in fatto non andò guari che tutte divennero, l’una dopo l’altra, preda di un tiranno. In Venezia, continua il nostro amico, il bisogno di un potere conservatore era tanto più grande, in quanto che l’ineguaglianza politica, legalmente stabilita, aveva introdotta la distinzione formale di due ceti; l’uno di cittadini sovrani; l’altro di cittadini sudditi, i quali, ciò nondimeno, dovevano operare di consenso, aver ciascuno i proprii diritti e l’uno rispettar quelli degli altri. 11 che sarebbe stato impossibile senza un potere vigoroso, inflessibile, severo ed imparziale, che sorvegliasse indefessamente a tutela del diritto di ognuno. Senza di che, non solo i patrizii avrebbero oppresso i cittadini e convertitili in una casta di paria, ma le dissensioni sarebbero state inevitabili fra i patrizii stessi, come lo furono a Genova; i nobili ricchi avrebbero conculcati i nobili poveri; indi i ricchi fra di loro si sarebbero conteso il dispotico reggimento dello Stato. Contro le quali tendenze fu ottimo provedimento il Consiglio dei Dieci; e l’inquisizione di Stato, suo strumento, indagando minuziosamente la vita privata di ognuno e reprimendo con sollecitudine, e fin dal suo nascere, ogni anomalia fu causa che la república Veneta godesse dell’insolito beneficio di una lunghissima pace, non turbata mai da rivoluzioni interne, nè dalle stemperate ambizioni dei cittadini.