536 STORIA DEL CONSIGLIO DEI DIECI così sterminala non appare più tanto irragionevole, mentre si trova che sarebbero toccati soltanto 95 ducali per ciascheduno, se puossi ammettere per vera la cifra espostaci dal Daru, il quale fa ammontare le persone addette al clero a quasi 46,000 su due milioni e mezzo di abitanti! La quale enormità non si poteva proprio sopportare più oltre; mentre nell’istessa Spagna, con 11,000,000 d’abitanti, «on c’erano più di 150,000 ecclesiastici; e nella Francia ascendevano a 160,000, ma sur una popolazione di circa 24 milioni; contando però solo i cattolici. Onde risulta che in Francia v’ era un ecclesiastico ogni 150 anime, in Ispagna ogni 65 ed a Venezia ogni 54; ed in conclusione, il clero era a Venezia in numero Ire volle maggiore che in Francia, dove tro-vavasene già assai più del bisogno. Si pensò quindi di venirne ad un radicale provedi-menlo, riguardo ai beni non solo, ma eziandio riguardo alle persone. Si ordinò, quanto ai beni, un nuovo eslimo degli stabili soggetti alla decima: si rimisero in vigore le leggi che vietavano al clero ogni ulteriore acquisto: si vietò a molli ordini la questua; ai vescovi di rinunciare alle pensioni assegnate dalla corle di Roma sui loro be-neficii, ed ai privali d’alienare alcun latifondo in favore d'alcun corpo religioso. Poi tulli i registri dei conventi furono trasportati negli archivi governativi. E quanto alle persone, fu stabilito che le cariche di priore, d’economo e di provinciale dovessero essere accordate solo a’sudditi della república. Si soppressero lutti i conventi senza redditi: i religiosi dovessero riconoscere la giurisdizione del vescovo semplicemente per le cose spirituali; in lulto il resto ricorressero ai magistrati ordinari!. I