10 PARTE PRIMA ricchezze e dal lusso di Bisanzio; invece di dare al suo Regno una propria fisionomia. Sostenne guerre sanguinose con Bisanzio che chiamò i magiari in sua difesa; Simeone chiamò i peceneghi; nei primi anni del suo Regno perdette i territori al di là del Danubio che non furono più conquistati; ma accrebbe la superficie dello Stato verso il sud e l’ovest. Simeone fu educato a Bisanzio da cui prese anche i difetti; egli si sposò nell’alta società bizantina e aspirava a diventare basileus. Egli si mostrò feroce contro Bisanzio che voleva conquistare ad ogni costo; ma non ostante il suo valore e la debolezza di questa non vi riuscì. Sotto di lui il regno bulgaro raggiunse l’apogeo; la fusione fra le tribù slave e le orde degli invasori avveniva lentamente. Si rivelò il primo re bulgaro che oltre ad essere un grande capitano fu anche un letterato; egli attirò nella sua corte i sapienti della penisola e fece tradurre molti libri greci, per diffonderli fra i suoi sudditi ignoranti e barbari; la letteratura bizantina, però, non si occupava che di retorica e di dispute religiose e non di scienze; la Bulgaria se ne servì senza discernimento: le sue cronache e le raccolte non furono che una trascrizione indigesta delle opere religiose bizantine e non ebbero niente di nazionale. Simeone tradusse lui stesso 135 discorsi di S. Giovanni Crisostomo sotto il titolo « Slatostrui » ; diresse la compilazione d’una celebre raccolta, « lo Sbornik di Simeone », enciclopedia che condensa tutto ciò che i bizantini di quell’epoca sapevano in materia di teologia, di filologia, di storia e di retorica. Un prete, Costantino, pubblicò l’opera il Poucitelno Evanghelie (« Vangelo istruttivo ») con 33 strofe che sono il primo esempio della poesia scritta della letteratura slava. Giovanni l’exarca contribuì allo sviluppo della coltura bulgara scrivendo diversi libri ecclesiastici riprodotti da testi greci; compose una grammatica, che fu adattamento delle regole greche alla grammatica slava.