352 STORIA DEI/ CONSIGLIO DEI DIECI gioni, che arriva persino ad addurre, come argomento ad esse favorevole, questo fatto, che ora vennero ridotte ad abitazione di persone che ne usano, o per commodo, o per dovere di o/]icio. E per aggiunger fede alle sue parole, si riferisce alla testimonianza di un conte di Hesenbergh? presidente del tribunale di Klagenfurt, persona, secondo lui, molto attendibile, per la bella ragione che « distinto eziandio dal proprio sovrano ». Il qual conte fece stampare in un giornale tedesco un articolo su questo argomento! — Davvero che sarebbe un gran buon uomo il Tiepolo se credesse di trovare la verità negli articoli inseriti nei giornali tedeschi in proposito delle cose nostre; massime poi se lo scrittore è persona del merito del signor conte di Hesenbergh! In seguito il Tiepolo viene a parlare dei pozzi; e per confutare il Daru che li disse fornaci ardenti, impenetrabili , silenziose, depositarie delle vendette misteriose del Consiglio dei Dieci, per poco non vorrebbe farceli credere luoghi ameni e deliziosi. Anche i moderni Ciceroni di quella loquace città, quando a lume di torcia conducono i foraslieri a visitare quelle lugubri celle, s'ingegnano di volerli persuadere comeTopinion popolare vada talmente ingannala in proposito delle nefandità che quivi diconsi commesse e dell’orribile loro costrur zione. Ma quei signori che ebbero agio di visitarle, e purtroppo, di lungamente abitarle in pena di non essere riesciti in una certa impresa che, per averla anche solo tentata, andranno eternamente gloriosi, ce ne recano una ben diversa testimonianza, e ci insegnano a prestare maggior fede all’opinion publica, che non ai venali ragionamenti dei servitori di piazza. Dice il Daru che questi pozzi erano scavati sotto il canale, dove la luce ed il calore non avevano mai pene-