STORIA DEL CONSIGLIO DÈI piECI —CAP. VII. 165 Turchi — Pier Loredano nella battaglia di Gallipoli — Omaggio alla república di Centurione Azami — Proposta lega con Firenze contro il signore di Milano — Curiose ragioni del dogeMoeenigo opposte a quelle di Francesco Foscari — Morte di Carlo Zeno. Un paese acquistato colla frode o colla violenza, oh! costa assai caro anche ai conquistatori, i quali, per tenerselo saMo, devono durare gravi stenti e sudori. Già in Verona cominciavano a pullulare malumori, e ad ordirsi complotti contro quella Venezia che aveva fatto buccinare per il mondo d’averne ricevuto il possesso con tanta buona pace dei cittadini, e quasi per forza della loro simpatia. Bisognò quindi prendere immediatamente delle energiche misure 5 ed il Consiglio dei Dieci ebbe agio di dar prova di sua accortezza ed attività. — Mise per primo gli occhi e le mani addosso a Lodovico dei Cavalli, cavaliere assente; gli tolsero l’impiego, e gli intimarono di presentarsi per il processo entro otto giorni; altrimenti sarebbe stato condannato in contumacia. Ma egli, che sapeva troppo bene con chi avesse a fare, stimò miglior consiglio sottrarsi con una pronta fuga, per cui venne condannato, assente, ad un perpetuo bando da Venezia e da tutto il territorio della signoria, con taglia di mille ducati per chi il consegnasse vivo 0 morto, do-vendosegli, nel primo caso, tagliar la testa in mezzo alle due colonne, ben inteso, previa la confisca di tutti i beni. AH’istessa pena furono condannati Giovanni Dall’Aio; Giovanni di Bonaldino e Saradino, tutti Veronesi, ridotta però la taglia dai mille ducati alle mille lire. Quanto a Giorgio dei Cavalli, figlio di messer Jacopo, gentiluomo cavaliere, oltre alla confisca di tutti i beni anche fuori