CAPITOLO VII. 175 porse facile ascolto all’animoso interlocutore. — « Noi paghiamo assai angario e fazioni: e questi del Consiglio godono gli ollicii e i reggimenti, e questo Stato...... Un bel modo di entrare anche noi al governo è di avere compagnia di gente, ed ammazzare costoro quando vengono giù dal Consiglio, e massime i consiglieri, quei del Consiglio dei Dieci, e gli avogadori... A me basta l’animo di trovare tanti uomini che mi seguiranno a far questo domenica.» — Al che 1’Anseimo rispose: Ne menerò assai ancor io (1). Da tale condiscendenza trasse baldanza il Balduino, il quale infervoratosi in quelle sue idee, fin allora troppo represse, si spinse fino a dire che non impossibile sarebbe stato il far giustizia sommaria dei più odiati patrizii e del Consiglio dei Dieci, quando fosse piaciuto ai più facoltosi cittadini mettersi d’accordo per reclutare insieme un po’ di gente. Era così universale l’opinione che eransi acquistalo i Dieci di saper tutto, di tulio conoscere, che I’Anselmi, testimonio di quei troppo avventati propositi, ebbe fin paura di venir tradito dall’aria circoslante, per cui sapendo come in faccia a queU’orribiie politica fosse reo chi parla al pari di chi ascolta, credette bene di mettersi al sicuro del pericolo che tanto temeva, col correre a denunciare l’amico. Il Consiglio dei Dieci non fece cerimonie. L’imprudente Balduino fu tosto arrestato; rinchiuso nella camera dei tormenti e messo alla tortura. All’indomani non c’era più (2). Pietosamente pensarono i Dieci di toglierlo dalle (1) Marin Sanuto. (2) Fu nell’anno 1412.