CAPITOLO XIII. 501 •Venezia, abbandonala da tulli i cristiani, combattè sola le battaglie della cristianità, e non pure Candia, Corinto e Modone nobilitò d’inclite gesta, ma non vi ha isola o scoglio dei mari Ionico ed Arcipelago che del più puro sangue de’suoi figliuoli non santificasse. E Venezia avendo avversi gli uomini e il fato, stette sola contro il fato e contro gli uomini, finché rifinita di forza, senza mandare un grido d’ira o di rampogna contro coloro che l’avevano abbandonala, cadde, o piuttosto si nascose fra le acque delle sue lagune, come regina che innanzi di morire si avvolga con decoro nel suo manto reale. — Senza timore di adoperare esempio temerario, io per me affermo che Venezia, a guisa di Cristo, si offriva in sacrificio per la Cristianità. « E quantunque nella gigantesca lotta avesse a soc-cumbere, così lasciava la potenza ottomana esausta di forze, che bene da quel momento in poi ella conservò facoltà di vessare non già di distruggere gli stati dei Cristiani. «Singolare a considerarsi, Venezia come la Polonia fu baluardo della fede di Cristo ; Venezia come la Polonia, abbandonata dai re e dai popoli, durò sola nella difesa della civiltà; Venezia come la Polonia combattè per gente ingrata. « Ma che dico io ingrata? Gente barbara hassi a dire, gente efferata e per ogni conto indegna del battesimo. L’aquila, o piuttosto il tristi? avoltoio imperiale non abbonì incarnare gli artigli in coleste venerande reliquie, che il mondo (rema ed ama. Ambedue la difesero, ed essa straziò ambedue. « Ma il dispotismo quando si pasce di libertà si av-