352 STORIA DEI. CONSIGLIO DEI DIECI così bene inslrulli delle cose nostre, e così fedeli alle patrie istorie, ne trassero amplissima materia ad ogni più strano e più assurdo loro componimento. 1 prodigi di onniveggenza operali dal magico Bravo di Venezia, in virtù della sua maschera, a chi non sono noli, dopo il famoso romanzo ultramontano e la clamorosa musica di Merea-danle? E chi ha mai visto sulla scena qualsiasi rappresentazione risguardante Venezia, siano pure i Foscari del Verdi, o la Bargia di Donizzetli, od il F ornarci lo di Dall'Ongaro, o la Congiura degli Spaglinoli di Uevere, senza che c’entri, insieme col Consiglio dei Dieci, anche la sua comparsa obligaia di maschere? Ma, finché la maschera venne adoperala dagli scrittori come ingrediente a tener desto l’interesse dramalico, non v’era cerio alcun male. Il peggio si fu quando se ne impadronirono gli istorici per dare la linla scura alle flebili loro descrizioni. Odasi per meraviglia quanto, in proposito delle maschere’, ebbe l’ingenuità di contarci su Venezia un ameno giornalista parigino (1). E si noti che non è uno scrii lo mollo vecchio; trattasi d’andare indici ro meno d’un paio d’anni. 11 costume della maschera, narra il dabbene articolista, venne portalo, in Francia da una città vicina, dove essa esercitò un’influenza di Inula importanza nei costumi e nella politica, che è debito dell’istoria l’occuparsene di proposito. Per ben due secoli Venezia fu in Europa la capiIale dello stravizzo. Era una prostituta che aveva intrapreso a far commercio in grande dei sette (1) Vedi il giornale la Sentitine 1847, non ricordiam bene se sia dell'agosto o del luglio. >,