STORIA DEI. CONSIGLIO DEI DIECI gran duca di Toscana, a quello di Spagna cd ;il duca di Savoia. Spinte le cose a tal punto, ben avrebbe il pontefice revocalo il suo Monitorio; ma, udito il consiglio dei suoi cardinali, vide di non poterlo più fare senza disdoro, stante la protesta del senato, riboccante di ingiurie contro la sua persona. Nondimeno, il cardinal Borghese si ripromise coll’ambaseialore di Francia, che se la república avesse fallo la più piccola dimostrazione di rispetto verso il pontefice, come sarebbe, rimettendo i prigionieri in questione nelle mani del re, S. S. farebbe sospendere per qualche giorno il Monitorio, onde aver agio nel frattempo di avviare le trattative di pace. Venezia rese grazie infinite, ma rispose che non poteva venire a transazione di sorta finché il *papa non avesse revocalo le sue censure lanlo ingiuriose; mentre la protesta non conteneva offesa di sorla, e solo era falla per mostrare al mondo le sue buone intenzioni. Allora il pontefice era forse già rassegnato a sospendere il suo Monitorio; quand’ ecco arrivargli una lettera del re di Spagna, che gli prometteva l’appoggio di tutte le sue forze contro i Veneziani. Per il che, Paolo V riprese baldanza, e non parlò più che di armi temporali; ed infatti incominciò subito ad arruolare soldati, ed accrescere la guarnigione delle città, massime a Ferrara, i cui abitanti gli eran molto sospetti, come troppo affezionati alla república, e mandò legato in colesla città il cardinale Spinola, il quale, essendo genovese, si doveva ritenere inimicissimo dei Veneziani. Ollrecchè fece disarmare i cittadini, rivolgere l’artiglieria del castello