STORIA DEL CONSIGLIO DEI DIECI voluttuoso di quell’isola, le facili attrattive delle blandizie e della dominazione, abbiano invogliato a recarsi colà molti nobili veneti, i quali avrebbero riportato in patria l’abitudine dell’ozio e della sregolatezza. Si sa, d’altronde, che il nostro Consiglio dei Dieci non si dava troppa briga per le cose riguardanti il costume, appunto in ragione della moltissima che se ne pigliava per gli affari politici : per cui l’esempio di quei signori sarebbe divenuto in un momento assai contagioso. Così preparavasi più agiato il letto al dispotismo ed alla oligarchia, mentre ognun sa che dove non è virtù, vera libertà non può darsi. In quel periodo di tempo Frangipani, signore di Veglia, una delle isole sulle coste della Dalmazia, commise la stoltezza di trattar male quelli abitanti, e quindi di renderseli assolutamente ostili: più stolto ancor fu ad invocare l’intervento del re d’Ungaria contr.o i proprii sudditi. 1 Veneziani, che stavano sulle vedette per approfittare di tutto, accorsero e s’impadronirono di quell’isola per riunirla ai proprii domimi. Tre anni dopo, 1485, uno dei principotti greci stabilito su quella spiaggia pervenne a sottrarre al giogo turchesco le isole di Zante e di Cefalonia; ma i Veneziani persuasero al bascià vicino, che quelle isole sareb-bersi trovate meglio nelle loro mani, che non in quelle di un principe greco. — Come a lui ciò parve ragionevole, Zante fu subito occupata, e tra breve il leon di San Marco si vide inalzato anche sulle torri di Cefalo-nia. Ma non fu dell’¡stesso parere il Sultano, per cui la república fu costretta a restituir Cefalonia; e, per tener Zante, pagare al Sultano un tributo di cinquecento ducati. Di questi tempi la república di Firenze era molto con-