CAPITOLO XVII. E Giulio 11 come poteva metter questa lega d’accordo col suo progetto di sterminare i barbari dall’Italia, per cui doveva ripromettersi tanta gloria e tanto vantaggio ? Come i Veneziani vennero in cognizione di cotesti» lega secreta, ed ebbero a persuadersi, che vi aveva preso parte anche il pontefice, ne rimasero pieni di rammarico e di costernazione. Intanto non le mancavano, dal perfido ministro del re di Francia, le più solenni proteste di deferenza, e di amicizia.— La sagace república, per altro, non si lasciò cogliere al laccio, e come fu assicurala delle inique trame , che ordivansi contro di lei, adoperò ogni mezzo per ¡sventarle. E cominciò col tentare d’imbonirsi il papa, offerendosi pronta a cacciar da Bologna il legittimo principe, Giovanni Bentivoglio, per cederla a lui, che tanto la desiderava; a. patto che si accontentasse di lasciare ad essa Rimini e Faenza. Indarno. Quell’ ambizioso pontefice non si piegò a porgere orecchio alle vive ed umili istanze del veneto governo, che quando intravide non essere troppo prudente il fare gran calcolo del concorso di Massimiliano; mentre la lega tanto formidabile per Venezia avrebbe, forse, dovuto sciogliersi egualmente, in grazia di una grave malattia, da cui venne assalito Luigi XII. — 11 quale, come fu ristabilito in salute, passò in Italia alla testa di 00,000 uomini per reprimere una sommossa scoppiata in Genova; e, si noli, che i Veneziani ebbero la bontà di mandargli, in quella circostanza, un’ambasciala per fargli le loro congratulazioni ! Ma nuovi e più tremendi guai si ordivano contro la república; perocché, dalPuna parte preparavansi a farle guerra il re di Francia con quello d’Aragona ; e, dall’