146 STORIA DEL CONSIGLIO DEI DIECI impadronirsi di tutta la Grecia, certo ne sarebbero andati di mezzo anche i molti possedimenti che contava la república nell’Arcipelago. Ma stava scritto nel libro del destino che alla Grecia dovesse allora toccare la massima tra le umane sventure, quella di perdere la propria indipendenza. Per più secoli, pur troppo, durò la schiavitù di quella poetica ed eroica nazione, che inauditi spasimi ne sofferse, e vuotò sino all’ultima stilla il calice delle amarezze. La prova fu lunga e crudele; e si può dire che le miserie da essa patite in questi ultimi secoli non sieno state men grandi della gloria di cui rifulse nei tempi antichi. Finalmente gli anni della fatale espiazione or sono trascorsi. Col sangue de’suoi figli lavò la Grecia l’onta del servaggio. Ma lasciamo per ora il presente, e facciam ritorno al passato, per cercare se da esso possiamo avere qualche utile ammaestramento per il presente e per l’avvenire, che tanto ci preme. Bajazet, gran sultano dei Turchi, riportò la funesta vittoria di Nicopoli,'il 28 settembre 159C; ma non riesci pertanto a domare la Grecia. La conquista della bella provincia gli fu contrastata dal tartaro Tamerlano, il quale, chiamato in soccorso dai Greci, vinse Bajazet nella battaglia d’Angora. Non men tristi per questo divennero le sorti d’Europa; poiché, com’era ben da aspettarsi, il vincitore si fece padrone. Oh! non è mai troppo ripetuto l’insegnamento che gli stranieri bisogna lasciarli a casa loro; nè mai giova il ricorrere ad essi, nemmanco per averne sussidii; che se non bastassero le nostre forze a respingere gli assalti nemici, tal sia di noi.