«	STORIA DEL CONSIGLIO DEI DIECI
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della venula di Antenore, che altri reputano anzi favolosa.
  Anche gli antichi Veneti, divennero alla lor volta tributarli ai Romani, cui prestarono, in seguito, così segnalati servigi, da lasciar credere che posponessero gli interessi della contrada natia, a quelli della gran capitale, alla quale accorrevano allora gli uomini più distinti d’ogni città dell’Italia, lasciando così debole ed abbandonato il rimanente della penisola , come avviene a un bel circa oggidì nella Francia. Questo per altro è certissimo che la Venezia pagò splendidamente il tributo de’suoi ingegni alla madre Italia; e l’istoria ricorda con riverenza i nomi del senatore Pomponio secondo, del console Trasea Pelo, di Cecina e di Cornelio Gallo, così gloriosi nell’armi; e quelli di Cornelio Nipote, Valerio Catullo, Eurilio Macro, Cornelio Augure e Tito Livio, scrittori tutti di fama eminente. E Roma fu grande davvero finché onorò cotesti uomini che le recavano tanto splendore; ma l’ora della sua ruina era già suonata, quando, ai tempi di Ammiano Manellino, per tema di carestia, discacciò dalle sue mura i pochi uomini di lettere che le rimanevano, e si tenne tremila ballerine, ed altrettante cantatrici !
  Parecchi scrittori concordano nell’asserire che la fondazione di Venezia sia avvenuta una trentina d’ anni prima della comparsa di Attila in Italia, che fu l’anno 450. Quei popoli si sarebbero determinati alla fuga per la paura che precorse V evento. ■—Nell’isola di Rialto avevan già cercato i Padovani un asilo contro le devastazioni di Alarico, Radagasio, Ataulfo; per cui, alla venuta di Aitila, si rifugiarono essi alla loro Rialto, ed ai vicini lidi di Malamocco ed Albiolo. I cittadini di