CAPÌTOLO XVIII. 575 quindi, il senato, a quest'uopo, Andrea Grilli con potili uomini, ma seguito, a non molla distanza, da Piligliano, che era alla lesta di qualche migliaio di militi. Quella città era in cattivo stato di difesa, e negligentemente vigilata, perchè i soldati tedeschi, cui era affidala la custodia, solo pensavano a darsi ai bagordi, ed alla nolle, invece di stare all’ erta , bestialmente russavano per il troppo vino ond’erano ripieni (1\ Per il che, la mattina del 17 luglio, poterono agevolmente penetrarvi sei militi della república, dietro un carro di fieno. Ciascuno di questi sei, uccise apposta-lamente una delle guardie che erano alla porta della città, onde riesci, senza incontrare troppo formidabile resistenza, ad aprire l’ingresso anche ai compagni; o così si videro sventolare sulla piazza le venete insegne, prima che •alcuno pensasse ad opporsi. La popolazione di Padova insurse, allora, per vendicarsi contro i malvagi che s’eran mostrali favorevoli agli stranieri, e ne devastò le abitazioni. Reazione troppo naturale, e, quindi, facilissima a riscontrarsi nell’istoria dei popoli. Ond’ è che non possono essere, cerio in buona fede quei signori giornalisti, che fecero tanto chiasso per qualche eccesso di simil genere, commessosi, or non ha guari, in Friburgo, dove così vivo era lo sdegno dei cittadini contro quei tali che, messi alla testa del loro governo, perfidamente avevano abusalo di quella privilegiala loro condizione per tenere in vigore un ordine di cose affatto contrario allo spirilo della civiltà, (1) Germanos, quibus se tradidcrant Patavini, torpori ac vino dcditos, mimts caute tucrj vrbem ». )