— 65 — all’Austria. 0 si faceva presto, o chissà se si sarebbe mai fatto. Anche ammesso che nel discorso del Principe Napoleone il pensiero dell’ Imperatore non fosse riilesso che in parte soltanto, e volendo evitare il complicato esame, oggi ancora non sicuramente possibile, dei documenti diplomatici, il filo sottilissimo della politica di Napoleone 111, quel filo da cui non distoglieva gli occhi il vigile ed accorto Cavour, si viene dipanando d’uno in altro degli opuscoli del La Gue-ronnière. Prima della guerra, nelle strettoie del problema che il Cavour aveva imposte all’Europa, attraendo irresistibilmente l’animo dell’imperatore, questi aveva fatto scrivere al La Gueronniére (L'Emp. Nap. etc. cit.) un progetto di assestamento italiano, che corrispondeva al concetto di Massimo D’Azeglio, e segnalava non ultimo dei vantaggi quello di esaltare il prestigio del Santo Padre, attenuandone il potere temporale e togliendogli la responsabilità politica del diretto governo. Ristretta la questione ai principii, la innovazione di fatto era una scossa ai cosidetti imprescrittibili diritti della Santa Sede. La disputa si accende ed é, tuttavia, comune opinione tra il variare delle sentenze che il Principato pontificio debba essere modificato e diminuito. La guerra del ’59 importa tale stato di cose, per cui l’idea federativa è soffocata dall' unitaria, lo spirito liberale nega fiducia alle speranze di riforme, il sentimento nazionale trova armonie con le più illuminate coscienze religiose. E’ ardente la questione delle annessioni, e Napoleone III fa scrivere al La Gueronniére (Le Pape et le Congr» cit.) che l’imperatore dei Francesi non può opporsi ai voli degli Italiani senza rinnegare il fondamento medesimo del suo potere ; che il Papa doveva rassegnarsi al fatto compiuto, non certo dannoso all’ interesse della Curia romana ; che al sommo ministero spirituale conveniva uno stato politico atfatto nuovo, conciliabile col popolo e con i