— 39 — nano. Non incaute parole; invece, con la complessa e vasta attività legislativa e diplomatica, da un lato attrasse il popo- lo alla monarchia, dandogli fiducia che In essa avrebbe trovata la forza che unisce, seconda e conduce; dall’altro, colse oigni occasione e pretesto iper persuadere all’Europa, repugnante ed arcigna, che la ridesta coscienza di libertà e di nazione rendeva il popolo irreducìbilmente ostile ai governi. ostilità, ohe procurava inique compressioni e repressioni ir umane, le quali a loro volta erano stimolo di insurrezione, perpetua inquietudine nemica di ogni bene civile. Intanto egli dal Piemonte andava dimostrando ool fatto che le libere instituzioni sono (pienamente capaci, di progresso nell’ordine, e che l’accordo tra principe e popolo, nella, leale osservanza dello Statuto, era moderatore del moto razionale, e poteva bene essere guarentigia di pace. Bisognava, adunque, riconotscere i.1 diritto e la giustizia del popolo nostro per le ragioni medesime per le quali venivano denegati. Così nel decenne raccoglimento, che fu pure vigilia d’armi, Camillo Ca-