314 il condusse al pericolo di perdere la vita , soffrindo tranquillamente 1’ acerbità ed il dolore eccessivo del fiero e lungo morbo, senza affliggersi, nè dar segno di rissentimento o rammarico; ed anzi quanto più grandi eran le traflitture , tanto maggiore era la sua virtù nel soffrirle, sembrando anzi che qualche segno di gioja ne dimostrasse. Vede a bene l uorn di Dio (dice il suo panegirista p. 44 ) °he questo crudo malore dovea condurlo al sepolcro, e perciò volle servirsene come di mezzo per ben disporsi a morire ; e siccome in istato di prosperità, e di saluie considerava la morte qual termine delle limane disavventure , così con forte coraggio da vero cristiano filosofo la incontrò, e la sostenne nel giorno 26 febbrajo 1770, e fu sepolto onorevolmente nella chiesa parocchiale di Santa Caterina, compianto da tutti e specialmente da’ letterati. Nel giorno 3i marzo delFanno stesso , il signor Giulio Meneghini padovano scolare, e successore nell’onorevole posto del nostro Tartini, gli fece celebrare solennemente i funerali nella chiesa de’ servi della sua patria