3 io ultimi nnni della sua vita, neJ quali cessava in lui il vigore di maestrevolmente maneggiare il singoiar suo violino, fece eh’ egli formasse sue delizie Platone, e Pitagora con ;iltri dell’ antica filosofia , e penetrando con la sua mente perspicacissima, neJ loro arcani più occulti venne a capo di squarciare il velo, sotto cui si stanno nascosti i pitagorici, e platonici numeri misteriosissimi, il quale discoprimento lasciò egli ne’ suoi mirabili scritti, parte della grand'opera che meditava, i quali per utile delle1 scienze , e per immor-tal gloria di tanto autore, vengono attesi ansiosamente da tutti i filosofi. Nè solo nella scienza armonica s’intrattenne il nostro Giuseppe, ma entrò pure in altra scientifica messe con sensato giudizio , palesato nel 1762 con opera inedita, la quale versa sopra la dissertazione del chiarissimo abate Lami intorno all’ anima delle bestie ; e quantunque poeta egli non fosse, pure ne gustava le bellezze, e ne appalesava il più finissimo gusto, com’ ebbe ad esprimere l’insigne Algarotti in lettera, che scrisse allo stesso, dicendo (Opere varie elei co. Alga-