185 Prima sciogliesti , alquanto più benigno Raccogli or meco. Nell’egloga quinta ricorda la patria; e volge il pensiero agl’ innocenti piaceri che godeva fra’ suoi concittadini nei primi suoi anni, e si scaglia contro l1 avarizia e l’ambizione che sconvolsero il mondo , e contro colui che partì i campi , gli uomini , i cittadini , gli amici . Maledetto colui eh’ ai primi campi Segnò i confini , e con argini e fossi Distinse tra mio e tuo la terra e 1’acque ; E non potè il crudel quest’ aere almeno , Questo spirto vital, quest’ aurea luce Partire iniquamente , e mal suo grado Tanto ne gode il poverello Egone, Quanto 1’ avaro Dafni. O secol d’oro , O secol più che d’ oro, infin che 1’ oro Non fece oltraggio all’innocenza antica! Questo passo il Gitigliene lo trova di molta originalità , raffrontato anche col celebre coro del-l’Aminta del Tasso. Passa il Muzio alla speranza di chiudere i suoi giorni in pace fra i concittadini, e che le sue ossa avranno qualche riposo in seno della patria. La settima egloga descrive il pericolo corso da Giulia Gonzaga di essere rapita dal Barbarossa , ed il Ginguenè ne analizza le bellezze , ed i difetti. Osserva egli che uno stile troppo florido, o studiato nuoce alla verità, e che nelle sue eglo-