!92 stare in cerli confini, od evitare la ridondanza, e la superfluità. In questo , ed anche quasi in ogni cosa , mette Virgilio innanzi ad Omero ed a più gran ragione innanzi ad Ovidio. Ma da colui * la vera arte s’ impara Del poelar : in questi si comprende Quanto fosse feconda in lui natura. Quasi tutti gli altri precetti appartengono al poema epico, e sono tratti gli esempj dai due sommi maestri delTepopeja. Colla consueta libertà prende a notare alcune mende ne’ potei antichi più perfetti, piuttosto come critico, che come maestro. Il terzo libro comprende le cose che spettano esclusivamente alla lingua italiana, al metro, alle diverse spezie di poesia, alle figure, agli artifizj dello stile , alle metafore, colle quali conviene adornarlo, passa quindi alle comparazioni, e dice che niuno dee far versi , se virtù divina non gli muove 1’ anima , e significa questo precetto con una figura che ha dell’ originale. ........Altro non è il poeta Che strumento di Febo ; e s’ ei le corde Non comincia toccar, la lira tace. Termina come Orazio confortando il poeta a non appagarsi del proprio giudizio ; ma a sottoporre i suoi scritti a quello di amici dotti e di * Virgilio.