188 tare l’Arte poetica di Orazio, come nelle Lettere le epistole dello stesso poeta. Il Ginguen'e di quest’opera ne dà conto più esatto sopra ciascheduno nel tomo XI della Storia già indicata , ed ha il Muzio tra i primi Didascalici. Dice che questo poema è quasi una serie di precetti, che quando lo pubblicò quello del Vida avea da trent’ anni veduto la luce ; ma che il Vida ragiona soltanto della poesia latina, e e che il Muzio, scrisse la sua Arie poetica pei poeti italiani. In quest’ opera si rinvengono precetti in maggior numero, che nelle dottrine generali dell’ epistola d'Orazio ai Pisoni, del poema del Vida, e di quello di Boi/eau, e delle poetiche di tutte le nazioni ; e segue ancora il Ginguenc che tutti gli uomini colti ed amatori della lingua italiana , non pure gl' italiani, possono leggere con ditello questo elegante poema ripieno di nobili osservazioni, e scritto con franchezza cd originalità. Il poema è diviso in tre libri. Nel primo , l’autore abbatte coloro, i quali pensano che nella poesia basti il naturale, e che non è un’arte che si possa imparare. Raccomanda di rivolgersi ai chiari esempj della Grecia e di Roma : quanto alla lingua, che chiama poeticamente vezzosa figlia della latina, egli la considera come ancora in culla, p. 69 a. Non ha voltate ancor le prime zolle De’ grassi campi la vezzosa figlia