313 die si spacciavano per spiriti forti; sia quando ricusò secondare gl’ inviti ed eccitamenti generosi, a suonare nei più cospicui teatri d’Italia; sia quando sprezzator delle ricchezze ed attaccatissimo al suo santo protettore il Taumaturgo di Padova , rifiutò le generosità, e gli onori de’ principi più distinti , e delle capitali più cospicue. — La modestia brillò nel nostro Tai tini, allorché in mezzo agli applausi, e gli onori, si professava egli ignorante, e da nulla ; per il che ebbe a dire di lui ancor vivente il signor de la Lande ( Voyages cT Italie Tom. 8. pag. 292 ) che la modestia 3 li costumi la pietà lo rendono del pari stimabile , che i suoi talenti. ■— La sofferenza nelle calamità si fe palese col tollerate sommessament« 1’ altrui maldicenza al di lui merito; col dimostrare la più sofferente pacienza nell' ultima penosa malattia della moglie , coll’ assisterla le notti intere, sprezzando il sonno, nè curando il necessario lieve sollievo alle fatiche del giorno ; e molto più , ancora ne’ suoi incomodi, e specialmente in quello di una cangrena, la quale attaccatogli un piede, fin dal principio