189 Dell’onorata lingua de’ latini; Ma come quella eh’ ancor pargoleggia , Si sta sedendo tra i fioretti, e l’erbe. Parla della lingua toscana de’ letterati, pagina 70 b. Nè di molti di lor, che han pianto in fasce In riva al fiume, che toscana infiora, Lodo 1’ opinion. Fra lor non manca , Chi si crede d’aver col primo latte Bevuti d’ eloquenza i chiari fonti, E forse van però talor men culti. Siccome a’ greci, e siccome a’ latini Nascere assai non fu greci, o latini, Così non basta il nascimento tosco. La beltà , la nettezza delle lingue Si conserva tra i libri , e da scrittori Scriver s’ impara , e non dal volgo errante. Quel che cantò il pastor, le ville , e l’arme, Colui che scrisse 1’ arte, che ora io scrivo , E gli amanti di Lesbia e di Coriuna Non fur romani , e la lingua di Roma Illustrar più, che i cittadin del Tebro. E per tacer degli altri, qual latino È più latin di chi col falso eunuco Fe’ la beffa all’amico di Trasone? E chi ne diè costui ? non latin suolo , Non italica piaggia, e non Europa; Ma 1’ orgoglioso Bragada , e la terra , Dal mare e dal voler da noi divisa : Palesa il suo pensiere liberamente sui primi