i7 6 p. 35) , quantunque fosse in guerra letteraria col Muzio per la lingua italiana , pure, vivente esso, ne fa onorata menzione, dicendo: Io ho il Muzio per huonio non solamente dotto et eloquente, ma leale , che appresso me molto maggiormente imporla: e credo, che egli dicesse tutto quel lo, che egli credeva sinceramente. 11 Zeno (Lett. 8io) dice che dal i55o sino alla sua morte la occupazione del Muzio non fu che la pietàj e la religione, che servi varii principi, ed a tutti parlò da cristiano, e non morì da cortigiano; che i suoi libri, e le sue lettere ne sono irrefragabili testimonj. Il Tiraboschi {Lett. Ital. lib. II. cap. I. num. xxxir. ) dice che il Muzio cortigiano insieme e teologo fu uno degli uomini più laboriosi che a quel secolo fiorissero, ma poco felice nel ritrarre da’ suoi studj quel frutto , che parea loro doversi : ed al n.° xxxv che co’ suoi opuscoli contro gli eretici veniva a scopril e gl’ inganni e le frodi con cui i novatori seducevan gl’incauti, e confermava con ciò i cattolici nella fede; e che nelle