POLITICA COMMERCIALE E COMMERCIO 213 Sorsero in un tempo in cui la Bulgaria subiva il regime dei dazi ad valorem, unico, non gravoso del trattato di Berlino e furono maggiormente estese anche quando erano in vigore i trattati di commercio, ciò quando ebbe conquistata la sua piena libertà doganale. La loro caratteristica non si può ben definire; essi sono percepiti sotto forma di dazi supplementari, dalle dogane, sulle merci all’importazione su cui per la maggior parte gravano, ma colpiscono sotto forma di tasse di fabbricazione i prodotti similari del paese e sono percepiti dall’amministrazione finanziaria; nell’uno e nell’altro caso essi sono pagati in oro all’aggio fissato periodicamente dal Ministero delle Finanze. Le accise vanno quasi tutte a vantaggio dell’erario; le imposte comunali sono riscosse per conto dei comuni. Parlare dello sviluppo di tali gabelle non è cosa facile; in breve si può dire che esse quasi ogni anno sono ritoccate. Attualmente sono vigenti le seguenti leggi con relative tabelle : la legge del 1915 sulle imposte comunali, e successive modificazioni, è stata abrogata da quella del 1 luglio 1922 che ha subito, a sua volta dei cambiamenti con legge del 9 agosto 1924; la legge sulle accise del 1905 ha subito otto cambiamenti fino al 1917, ed altrettanto dal 1917 al 1926. Ora gravano su 162 voci e 85 sottovoci, e 20 % sul dazio, come imposta comunale su tutte le merci che non figurano nella tabella. Le merci colpite sono quelle di grande consumo, come le bevande alcooliche, lo zucchero, il caffè, le profumerie, il petrolio, la benzina, gli agrumi, gli oli vegetali, le olive, i pesci d’ogni genere, soda caustica, acido tartarico, maccaroni, ecc. Queste imposte quando colpiscono i prodotti stranieri hanno carattere fiscale ed anche protettivo; rendono ora 400-500 milioni, cioè la metà dei dazi d’entrata. Oltre ad essere un aggravamento per l’importazione, costituiscono un vero inceppamento per i commercianti che non hanno una