3i5 accompagnali da un’orazione funebre in lode del nostro Giuseppe, dotto lavoro del chiarissimo abate Francesco Fanzago, corredato di copiose annotazioni, e di un compendio della di lui vita illustrato di note, che nel-1J anno stesso fu pubblicato in Padova colle stampe Conzaiti, in 4-° di pag. 4$, a cui precede l’effigie al naturale del nostro Tariini delineata nel ì'jGi dal sig. abate Vincenzo Rota padovano; ponendovi sotto questi due versi Tartini haud potuit veracius exprimi imago, Sive lyram tarigat, seu meditatur, is est. il quale ebbe anche a lodarlo nel suo poemetto intorno all" incendio del tempio di S. Antonio nel 1^53 nel canto secondo stanze 43, 44, 45, 46 ee. L’ effigie suddetta fu poscia latta incidere dal signor dottore Anton-Bonaventura Sberti, amante della gloria del Tariini, unindovi il seguente distico parto dell’erudito sig. professore di quell’università Antonio Piombolo. Hic /idibus, script is, claris hic magnus alurnnis , Cui par nemofuit, forte nec ullus erit.