3oo S. MARIA DELL’ ORTO bio sarebbe il giudizio degl’ intelligenti, li quali nelle forme del Cavallo, e particolarmente della testa ravvisano gli studii fatti dal Verrocchio sulla testa greca di bronzo che si conserva in Firenze sua patria; come negli ornamenti della sella, e nelle guerniture del Cavallo e del Cavaliere ravvisano la sicura impronta del carattere del Leopardo. Fuse oltre a ciò Alessandro que’ tre elegantissimi pili di bronzo che nel mezzo della l’iazza di s. Marco sorgono, le cui epigrafi vedremo a suo tempo (i) ; e i tre bei candelabri che altra volta nel Consiglio erano destinati a sorreggere le urne per raccogliere i voti, e che oggidi si conservano nella sala dei bronzi dell’ I. fì. Accademia di Belle Arti. Lavorò pure ne’ getti delle statue di bronzo che sono nella Cappella della Madonna detta della Scarpa in s. Marco, ed era poi uno de’ fonditori di artiglierie nell’Arsenale (2). Non è noto il tempo della sua morie. Viveva però ancora del i5ai , in cui sotto il di 29 novembre il veggo notato nei Registri del Cons. di X fra i salariati di zecca insieme col già detto Vettor Gambelio ; anzi dalle parole di Pier Contarini testé nella nota riportate potrebbe conghietturavsi che circa il 15^1 fosse tuttavia in vita. Quelli che più degli altri occuparonsi del Leopardo sono Tommaso Temanza nelle Vite dei più celebri architetti e scultori Veneziani pag. 110, e il Cavaliere Commendatore Leopoldo Cicognara tanto nella Storia della Scul- tura Voi. III. p. 177. fol. quanto nella Raccolta delle più cospicue fabbriche pubbliche di Venezia Oltre a questi ne fe ricordanza e 1’ab Mosci.ini nella Guida di Venezia . 1814 voi. I. p. 180. 181. ec. e in quella di Padova a p. 122; e nell’ Almanacco delle Belle Arti Veneziane 1827. p. 35; Giambattista Soravia nella Descrizione della chiesa de' ss. Gio. e Paolo p. 20.^.. io:>; e gli Autori de’ Monumenti sepolcrali più pregevoli di Venezia incisi in rame, ove parlano di quello del Colleoni. Nè il Temanza però nè i posteriori avean potuto esaminare i Diarii del Sanuto, che io ho scorsi mercè la cortesia del chiarissimo sig. Bibliotecario ab Bettio(5), e i Registri del Senato, e del Cons. di X, che vidi mercè l’ottenutane superiore permissione, e la gentilezza del sig. direttore Jacopo Chiodo . Passando a parlare più particolarmente di questa inscrizione, essa giaceva in pietra biarr-ca sul pavimento in questo primo chiostro lungo 1’ ala dirimpetto alla porta per cui s’ entra . lo la vidi, lessi, e sul marmo fedelmente ho copiata, prima che fosse tolta e distrutta come dirò più sotto. Holla confrontata con quella che ci dà incisa il Temanza ( p. 112) ed è perfettamente uguale tanto nelle parole, quanto nell’ornato. Colpa la imperizia dello scalpellino riesce alquanto oscuro il senso di essa. Io la leggerei cosi : uoMVM mjternjm ( cioè sepolcro spettante alla madre del Leopardi) alexander leo-pardvs svjsqve ( si sottointende sibi ) posvit an- (1) Pier Contarini f. di Giannalberlo nel libro Argo vulgar impresso in 8vo. cirea il i54>, descrivendo minutamente questi tre pili di bronzo dice: ma chi li ha scolpili, la nona gloria de la nostra etate Alexandro Liompardo che come stella splende in le acque venele (Lib. I1II. registro E iii tergo) Nicolò Leonico Tomeo introducendo in uno de’suoi dialoghi il Leopardo lo dice vir mechanicae omnis peritissimus e caro fra’ pochi a Marco Sanuto uomo erudito, di cui vedi fralle inscrizioni di s. Zaccaria (Dialogi. Samnutus p. 85 tergo. Venetiis 1 524- 4-) (2) Il Sanuto nel Lib. III. p. 3og. Et in questo zorno (22 giugno i5oo) a Lio fo prouado i5. pczi di aiiilarie fate per Sigismondo Albergeto, Alex.0 di Leompardi et Frane.0 (forse questo è Francesco dii Bressa di cui fo menzione nello illustrare la inscrizione 53 di quelle di s. Domenico di Castello. Voi. I. p. x 34 ) et prouato il basilisco è su la galla marzella dii trafego traze ballota di L. 100 e di rame rniera 17 et ui fu £. beneto zustignam sauio a terra ferma jo marin sanudo e £■ ant.° ueriier sauij ai ordeni et £. aluise grimani e £. andrea loredam patroni al arsenal. (3) II Sanuto fa menzione di altri individui del cognome stesso, cioè di un Hieronimo de Leopardis cittadino di Lendinara che fu ucciso sopra la strada appresso la Motta nell’ottobre 1 519 ( Vol.XXVIII. p. 9.) di un Falcon di Lionpardi da Salò uomo d’arme preso a stipendio dalla repubblica con ducati i5o, cui nell’agosto i52i si commise di andare in campo sotto gli ordini del provvedilor di Salò Pietro da ca Pe6aro. (voi. XXXI. p. 269); di un Nicola Leompardi che nel 21 aprile >52g concorse in uno generale prestito di danaro per li bisogni della guerra (voi. L. p. i48j; e di un Massimo Leopardi segretario veneto, che fu a Costantinopoli con pubbliche commessioni nel i32g ( voi. LI. LIl. LV.J E Ambrogio Contarini nel suo Viaggio nella Persia sotto il dì 5 settembre 147-4 fa menzione di un Bartholomeo Liompardo mandato dalla Signoria di Venezia ambasciatore a Ussuncassano (Bamusio. Navigazioni. Voi. II. p. 116 tergo).