^, rurgia universale . In questa 1’ estratto delle scoperte che si eran fatte in tale argomento . EU’è divisa in sette libri, ne’ quali egli combina 1’ anatomia e la chirurgia colla medicina, dando nell’ultimo libro una copiosa raccolta d’incisioni in legno con macchine e ferri anche di sua invenzione ad uso dell’arte. L.e ferite del capo, secondo il giudizio dell’ illustre Portai, vi sono esposte con grande esattezza ; quelle pure del petto vi son trattate assai a lungo, e con molte riflessioni proprie dell’ autore : benché il Portai non adotti il metodo da lui spiegato per estrarre i corpi estranei introdotti nel petto, perchè la chirurgia moderna ha de’soccorsi più efficaci a tale operazione.il Portai taccia il nostro autore e di avere inutilmente replicate le cose più volte dette, e di avere senza bisogno il numero mulliplicato degli strumenti chirurgici, e di essere troppo prolisso nello stile. Ma questo stile è pet o chiaro ed intelligibile, pregio principalissimo in un’ opera che servir dovea di norma ad esperimenti chirurgici in cui la precisione e la nitidezza sono del tutto necessarie . Varie edizioni e latine ed italiane e in altre lingue furon fatte di quest’opera , e ciò pruova la utilità che se n’è ricavato. Io noto la seguente eh’è delle migliori: Cirugia universale e perfetta di tutte le parti pertinenti all' ottimo chirurgo, di Gio. Andrea dalla Croce medico Viniiiano, nella quale si contiene la Theo-rica et prattica di ciò che può essere nella Cirugia necessario. ec. In Venetia presso Giordano Ziletti MDLXXXIII. fol. Prima di questa opera completa l’autore ne aveva data fuori una parte col titolo : Due trattati nuovi dell' eccellente M. Giovanni Andrea dalla Croce medico, nell’uno de' quali si contien la cura delle ferite del ventre inferiore con le sue parti, nelf altro si ha il modo di cavar fuori della carne V arme , le saette, et le palle degli archibusi, con i disegni di molti instrumenti antichi et moderni. LA CERTOSA. autore ha unito In Fenetia appresso Fr.Sansovino et compagni JYIDLX. 4- In effetto q-uesti due trattati furono infusi nella Chirugia universale, e formano il trattato V ed il trattato VI del libro secondo . Antonio Forzellini ha scritto un breve commentario sul capo Xill dell' ulcera con Í osso corrotto che stà a p. a5. -x\ del terzo libro, trattato secondo della Cirugia suddetta. Questa operetta io non ho veduta , ma trovola ricordata nelle Novelle letterarie dell anno 1766 a pag. 274 cosi: Commentar) sopra il capitolo decimo terzo delle ulceri con carie d'osso del signor Gian-Andrea della Croce medico e chirurgo veneziano, umiliati all' illustriss. sig. Girolamo Vandelli dottore di jilo sofìa e medicina , pubblico lettore di chirurgia nello studio di Fallava da Antonio Forzellini, alunno in chirurgia pratica del signor Sebastiano Melli, in fi. di pagine 52. L’autore chiama questi commenta: ii primizie del suo sapere , e i Novellisti non ne fanno elogi. Il nostro dalla Croce ha oltracciò il merito di averci conservato il Trattato di Aver-roe sulla Teriaca, e forse egli stesso l’ha tradotto in latino : imperciocché nell’ indice de’ volumi premesso al volume primo delle opere di Aristotile cu in commentariis Averrois Cordu-bensis . Venetiis apud Junctas 1062. 8. si legge . Averrois tractatus de Theriaca nunquam antea apud latinos visus nunc primum ex scri-ptis Andreas a Cruce chyrurgi repertus:e questo trattato sta nel volume decimo a p. 3u6. Il dalla Croce parla di se e delle sue esperienze ed operazioni in varii luoghi della Cirugia , e fra gli altri nel libro II. trattato primo, a p. 22. tergo, a pag. 5i,a pag. 74, ove ricorda con tenerezza suo padre ; nello stesso libro, trattato settimo a p. 104; nel libro III, trattato quarto pag. 47? nel libro V, trattato terzo a p. 21; nel libro settimo a p.-22, tergo, ec. Da molti poi scrittori egli è encomiato fra’quali il Portai (//z-stoire de l’ anatomìe et de la chirurgie, Paris levata dal pavimento, 0 dalle pareti, e segata per mezzo fatta servire come marmo nero a riempiere il vano del nuovo altare. Ma d'altra parte è probabile che da altra chiesa o luogo si sia tratta questa pietra, e dallo sc.arpellino adattata per questo altare; tanto più che io trovo una notarella cavata da’ libri parrocchiali della chiesa di Santa Maria Mater Domini, la quale dice come il dalla Croce morì in detta parrocchia d’anni circa 60 (coi/) nel 26 gennajo 1274 (more veneto), cioè 1570; questi libri però io non ho veduti, ma non dubito della verità della notizia. Credo poi che questa lapide sia stata eretta parecchi anni dopo la morte del Croce, e non collocata propriamente nel sito della sua sepoltura; imperciocché invece di uis in sa chi s aEDisrs, si sarebbe dovuto dire me, noe in loco o simile; il che fa credere che per distanza di tempo si sia perduta la traccia del vero sito in cui sia stato interrato .