36 CORPUS nacque in Venezia nel 1022 a’ io di ottobre ( Genealogìe dì ili Barbaro) . Fu sua moglie nel i56o a’ 27 gennajo Lauta Valier q. Bertucci, e questo maritaggio fu procurato, attesa la morte del padre, dal cardinale Agostino Valier fratello di lei; donna, la quale diede saggi di prudenza, di modestia, di devozione e di molte virtù, per testimonio del cardinale medesimo ( de Cautìone, ec. Patavii 1719, 4 p- 32), che le aveva dedicato il libro Istruzione del modo di vivere delle donne maritate, ristampato dal Cornino nel 1744-» 8- Giorgio nel 1551 — 55 fu podestà di Portogruaro, luogo ov’ egli fece molta dimora, e quivi in suo onore leggesi la seguente epigrafe, che dall’erudito monsignor canonico Giovanni Muschietti di Porto-giuaro mi viene comunicata . Essa è scolpita in pietra nella Torre sopra la porta della città chiamata di san Francesco: GEORGI?S . GRADOICVS . PRAE f VHM \ HANC : PO E NE : INV1AM | A. PONTE \ VSQ\ ad: TVRRIM 1 OPPOSI!'AM : SILICE: PROCVL | A Ir ECTO. STRAVIT | ANNO da 1: MiDtLiii. Fu anco soprantendente alle fortificazioni,e trovavasi nel museo Gradenigo medaglia ( che io però non vidi ) al cui diritto è Venezia con palma in mano che corona il lione genuflesso, simbolo della veneziana repubblica col motto allo intorno pax tibi marce e. m. e di sotto PRINCIPATFS PASCALIS CI CO MA , e al CUÌ TO- vescio stà la seguente epigrafe: militfm bospi- T1A IN yRBIS LITTORE GEORG. GRAD. NIC. SyRlANrS ET CAROL. CORNEE. M^NIENDIS OPPIDIS PRAEFECTI EX S. C. CONSTRVF.NDA erRARrNT ANNO DOMINI m d xc 11. Molti altri magistrati e in varii tempi ebbe, fra’ quali ulteriormente noto quello di auditor vecchio, di provveditor sopra atti, e cose del Regno di Cipro, di avvocato fiscale, di conservator alle leggi, e quindi riputatissimo siedette fra’ senatori. In effetto si per la intelligenza sua nelle materie di stato, che per le altre sue virtù e per la integrità della vita era tenuto in molto conto, come ne fa fede Bartolomeo Zucchi suo contemporaneo, ed altri di quell’ età ; avvertendo eh’ egli ha piuttosto procurato co’ suoi studii di meritare gli onori della patria, che di conseguirli, e se li consegui fu in essi molto temperato e rimesso. j\è alla patria solamente ebbe egli rivolte le sue cure; ma altresì alla famiglia sua, e a’ figliuoli, dicendo egli medesimo in una delle sue lettere, ed essendo confermato e dal Marcellino e dal Zucchi nell’opere che citerò in appresso, che fin da miei primi anni . . . ho avidamente abbracciato con r animo quelle speculaziani e qua- DOMINI. gli studii che meglio ammaestrano gli huomi- ni al ben vivere et all’ operare virtuoso..... laonde a consolazione, profitto et a giovamento de' miei figliuoli ho di contiimo applicato non meno i concetti et i precetti cke gli esseni-pli letti ne' buoni scrittori all' uso delle huma-ne attioni. Scrisse pertanto in età giovanile e in più matura rime volgari assai culte, secondo eziandio il giudizio del Crescimbeni (Della vol-gar poesia, voi. V, ossia IV. de' Commentarli, lib. II, p. 77 ), e compose orazioni morali e politiche molto erudite e particolari tanto ad istruzione de’ figli suoi, come altresi a bene amministrare i governi pubblici, delle quali in seguito farem cenno. Per cotal mezzo degli studii, e per l’amicizia che col celebre Federico Badoaro aveva, potè essere uno degli accademici della fama, leggendosi nell’ lstromento di Deputazione ossia Fondazione dell'Accademia ( Venezia i56o, fol. ), queste parole: Nelle stanze degli Humanisti, reggenti rn. Carlo Si-gonio, m. Zorzi Gradenigo, m. Zorzi Nani ; e potè quindi godere di un bel crocchio di dotti amici e conoscenti prosatori e poeti . Fra questi annoverarsi deve Lodovico Dolce, che lodandolo nel libro delle Trasformazioni, attesta di aver tradotta o piuttosto fatta sua la Tragedia le Trojane ad esortazion del Gradenigo, e che dedicandogli il Cortegiano il dice bello scrittore e parlatore, che si diletta di pittura, di musica e d'ogni arte nobile, i cui costumi sono in molte parti conformi a quelli nel Cortegiano descritti: ( Vedile Trojane. Vinegia, Giolito mdlxvii, 8. Il libro del Cortegiano del conte Baldassar Castiglione. Venezia, Giolito, mdlix, 8. = Le Trasformazioni tratte da Ovidio . Venezia , San sovino mdlxviii, 4- P°g- 20 tergo. Canto IV, Stanza IX); Orsato Giustiniano e Celio Magno, Pietro Gradenigo, Bernardo Cappello, Domenico Veniero, Iacopo Zane, Iacopo Mocenigo, Bernardo Tasso, che lo loda nel Canto C, St. 40 dell’ Amadigi , tutti celebri poeti ; Ottavio IVIenini che gli addmza una Oda latina, la quale trovasi colla traduzione del Giustiniano fi alle Rime del Magno e di esso Giustiniano ( Venezia presso Andrea Muschio mdc a pag. 100, io3 ) ; Valerio Marcellino, che il pone uno degl’ interlocutori nel suo Diamerone ( Vinegia appresso Gabriele Giolito de’ Ferrari mdlxv, 4- a p. 3, 5, 25, ec. ); Dionigi Atanagi che oltre al riportarne le rime, rende di lui bella testimonianza; Bartolommeo Zucchi, Cornelio Frangipane, Giulia da Ponte, ec. co’ quali avea letterario Carteggio. Il Gradenigo avendo mai