68 LA CERTOSA. gio. L’ accoglimento clie fin d’ allora ne fu fatto, fu grande narrandoci il Sansovino ( Prefazione al 5. libro delle Satire ) avere inteso da vecchie persone eh’ erano pochi i dilettanti di lettere, i quali a memoria non le sapessero; e le edizioni poi replicate il pregio loro ne confermano , malgrado i difetti della età , e 1’ ardua via che l’autore il primo imprese a spianare La prima edizione assai rara due satire contiene , ed ha il titolo . Antonii Vinciguerrae chronici liber utrum deceat sapientem ducere uxoreni an in caelibatu vivere, dedicate a Marco Zorzi patrizio veneto. In fine leggesi: Impressum Bo-noniae per Platonem de Benedictis Binoniens. anno sa/utis MCCCCIjXXXXV. nono Hai. ia. Sonvi per entro un sonetto ed un epigramma latino in lode dell’opera di Giovanfrancesco Aldevrandi senator Bolognese. La seconda edizione , anch’essa rara ha il titolo. Opera nova de misser Antonio Vinciguerra secretarlo de la illustrissima signoria di Venetia, e questa è accresciuta di satire e d’altri versi . La prima satira è Contra falsurn et imperitura vu/gi iudi-ciunt. La seconda Cantra vilia capitalia. La terza De miseria ha marra e. condicivnis, e ven-gon poi le due sopranominate . Frammezzo ev-vi un sonetto dell’ autore alarissimo doctari et acquiti splendidissimo do. Bernardo Bembo ; alcune terzine dello stesso intitolate : ad D. To-hannem Calderiam consolati,ria in morte filine , e ricordate anche dall’Agostini laddove scrisse di Giovanni Caldiera (7. II. p. 417.); poscia il sonetto e 1’ epigramma dell’ Aldovran-di. Alla fine leggesi : Impressimi Venetiis per Alexandrum de Bindonis. in 8 senz’anno: Avvi un’altra edizione che queste stesse cose contiene, eseguita Venetiis per laan. Antonium et fratres de Sabio . MDXXVH. mense martio. 8.1,0 II Sansovino poi negli anni 156o, i565, ] 585. le ha ristampate nella sua raccolta di Satire di diversi autori, siccome può vedersi anche nello Zeno ( Bibl, Fontan. 1. c ) Gaetano Foggiali di Livorno le ha parimenti pubblicate di nuovo nella sua Raccolta di migliori Satirici italiani nel primo de’ VII volumi . Londra (Livorno ) 1786 in 12. e una di esse trovasi pure inserita nel Tomo XX VII del Parnaso italiano ( Venezia. Zatta 1787. pag. 6t ) nella qual occasione l’ab. Rubbi a p. 2^5 dice: che i primi son sempre piti rozzi degli altri , e che al Vinciguerra piarqne più di correggere i vizj che la lingua e lo stile. Ma ce ne restano delle altre inedite ; e nella mss. Biblioteca del Farsetti ( Vtnezia *771. 8. ) a pag. 206, quattro satire si registrano, la prima. De umbratili et vera felicitate . La seconda: De variis hominum cu-piditatibus et quod omnia non fortunae arbitrio sed Dei pravidentia reguntur. La terza: Contra ntores huius saeculi. La quarta : Quod di-vinus amor in mentibus liumanis dijfusus aut ad ipsum Deum erigitur in beatitudine, aut re-flectitur ad terram in perditione . Questo codice che esaminai, ed è del secolo XVI, cartaceo in 4- piccolo, è passato in potere della ¡Marciana libreria. Lo stile e la maniera di esse non è dissimile dalle stampate . Un’ opera come sconosciuta ed inedita del Vinciguerra nostro , dedicata al doge Leonardo Loredano, trovo registrata nella collezion de5libri dell’abate don Tommaso de Luca (Ven. Alvisopoli. 1816 a p. 8.) ed ha per titolo : Libellus de Principe descritto in quattro capitoli in terza rima. Un sonetto del nostro Vinciguerra slà in un codice di poesie miscellaneo, in carta, del secolo XV I, a pag. 20, ch’era di Apostolo Zeno. Esso comincia; Una candida fede un zelo ardente-, e vi segue un amoroso capitolo in terza rima che comincia; Li immensa pena con il foco ardente , che sebbene non vi sia nome di autore, io pur crederei del V inciguerra, essendone Io stile suo. Questo capitolo è replicato a p. 118. Oltre a ciò in un altro manuscritto veggo indicato alla sfuggita un suo Poema sopra la bellezza ; e Rime varie. Ad onore di lui trovasi nella Marciana un medaglione bellissimo di bronzo, ove dalla parte del busto leggesi ant. visaGvERB a . rei . p; venet. a secretis . imegeiumvs ; e al rovescio evvi Orfeo colla cetra in mano adagiato su d’un cocchio trionfale tirato da due cigni, e il motto: CELO . MVSA ■ BEAT . e SOttO leggesi OPVS SPERAN- dei . Ebbe amicizia con parecchi illustri del suo tempo, fra’quali è Bernardo Bembo e Georgio Merula sopraccennati, e Marsilio Ficino. Il Fi-cino nelle sue epistole ( Operum voi. 1. Basileae »•561. fol. pag. 8o3. 810. 907. ) dandogli 1’ aggiunto di uomo dottissimo gli manda in dono il libro De Sole, e il libro De Religione perchè Io legga insieme col detto Bembo, la cui amicizia somma era col Ficino, il quale chiama il Bembo mi Costar, e il Vinciguerra mi Pollux, e scrivendo a quest’ultimo dice, sive AJarsilium Bembum, sive Bernardum Ficinum cognominare ìiluerit recte atl modum i/trinq. cognomi-nnbis. Georgio Merula poi gli addrizza una sua epistola latina datata Venetiis prìdie Hai. Alar* tii M.CCCC.LXXJ. nella quale discorre su alcuni passi di Plinio guasti da’correttori in una stampa allora fattane . Ella è inserita nel libro