CORPUS DOMINI .
pure del >6o5 ). Leonico Goldioni ( Cose ma-ravigliose di Venezia p. 187, ediz. 162.4, rifatta su quella del i6o5 ). Angelo Ingegneri a p. 7Z del Discorso della poesia rappresentativa et del modo di rappresentare le favole sceniche. Ferrara 1598, 4. Moderata Fonte nel libro. Il merito delle Donne. Venezia mdc. in t\. p. ) 5a della seconda giornata. 11 padre Gabriel Fiamma, il quale lo registra nella Tavola degli Scrittori da lui allegati nelle Rime spirituali. Venezia 1570, 8.° Lo registra pure Giovanni Cisano nella Tavola degli autori d’onde egli trasse il suo Tesoro di Concetti poetici. Parte seconda. Venetia 1610, 12. Dionigi Atanagi nell’indice del secondo Tomo delle Rime di diversi nobili poeti toscani. Venezia i565, 8.° Luigi Grotto (Lettere famigliari. Venezia ) 606, 4-'J> p- 157, 162 ). lì MafFei. ( Teatro Ita!. T. I. Verona 172D = Osservazioni Letterarie T. I, p. 265. ivi 1737 = Verona illustrata Lib. V, p a34 ivi 1732 ). 11 Crescimbeni ( p. 281. Vol. II. parte II. de' Commentarli sulla volgar poesia. Roma 1710, e voi. Ili, p. 877, e p. 278, ov’ è ristampato un sonetto di Orsato) . L’ab. Francesco Saverio Quadrio ( Storia e ragione d’ogni poesia voi. I. 23i, voi. II. 280, 679) • Apostolo Zeno ( Annot. alla Bibl. Fonian. T. I. p. !\<fb, T. II. p. 67, 68, ediz. 1753, 4-° )■ Il Mazzuc-cbelli nel Museo che ha l’incisione della Medaglia. Il p. Paitoni ( Bibl. dei volgarizz. T. IV, p. 61 ) . L’ Argelati nella Bibl. de' volgarizz. T. Ili, p. 402 , T. V, p. 665 nelle Aggiunte . Giuseppe Grotto ( Vita di Luigi Grotto Cieco d? Adria. Rovigo 1777, 8.° ). L’ab. D. Iacopo Morelli ( Dissertazione della coltura della poesia presso i Veneziani p. 206, 2 i3 delle Operette. 1820. 8. T. I.). Il Tiraboschi (Voi. VII. p. 1157. Letter. Italiana ). L’ab. Saverio Bettinelli ( Parnaso Veneziano, ediz. 1796, 4-a p. 29 ) . L’ab. Andrea Rubbi a p. 3a3 del voi. XXXII. del Parnaso. Venezia, Zàtta 1788. Michele Battagia (Nobiltà Patrizia Veneta 1816, 4- pag 43 ) ec. ec
  Passo ora alla seconda inscrizione sotto a questo numero compresa.
  Di iacopo q. Girolamo Givstibian non trovo cosa da notare .
  Della casa Doclioni nobile Bellunese qui fra gli altri si nomina Francesco. Questi fu canonico di Padova per rinuncia di Gio. Antonio conte Manzoni di san Vito del Friuli l’anno 1700. Era dottor in legge e vicario generale del Cardinal Giorgio Cornaro, e venne a morte nel 1716 ; cosi monsignor Orologio nella Serie de'
canonici di Padova . ivi i8o5, p. 76. Evvi un opuscolo nella Marciana intitolato Nubes Gloriosa seu oralio de Annunciatione beatac Vir-ginis sub hoc titulo Academiae Vigilantium Purificatorum Muriani fundatae titularis Pa-tronae - dieta ad Academicos a D. Laurent. Stroppari et D. loan. Dogiioni. Venetiis ty-pis Catanei MDCLXXVI, 4., ed avvene un altro di seguito intitolato Polyhymnia impresso nell’anno stesso, e contenente versi in quell’ incontro recitati da varii, fra’ quali un Franciscus Doglionus Academicus . Io tengo che quel Giovanni, e questo Francesco Dogiioni sieno gli stessi nella epigrafe nominati che del 1676 giovanetti studiassero rettorica in Murano sotto il dottor Gianfrancesco Franzini rettore dell’Accademia che dedica il libro al vescovo di Tor-cello Iacopo Vianoli. Ma se aggiunger non posso ulteriore notizia su questi Bellunesi Dogiioni, malgrado che ne abbia ricercate per lettera nella città loro, mi sia lecito di stendere qui un articolo sopra uno della medesima casa, ma nato ed allevato in Venezia, cioè Giovanni Niccolò Dogiioni.
  Giovanni Nicolò Dogiioni ebbe i natali in Venezia circa il 1548. Attese in patria ed in Padova agli studii, e fu di buon’ ora collocato dal principe negli ufficii proprii de’ veneti ori-ginarii cittadini . Uno di questi si ¡fu il gravissimo magistrato sanitario, solito darsi a persone fedeli, secrete, capaci, e per fama, e per onore ragguardevoli. Cominciò ad esercitarlo nel 1576 al momento della fierissima pestilenza ; ed in esso, senza temer della salute e della vita stessa, gli furono confidati i maggiori ed i più importanti incarichi. Oltre allo avere la cura di tutto il Sestiere di Castello, gli si aggiunse la corrispondenza co’ medici di Padova, e cosi continuò fino a che entrata la pestilenza nella famiglia sua gli mori la moglie e due figliuoli, e rimase solo ammalato, e male in arnese al Lazzareto. Cessato il morbo, ripigliò l’officio, e sostituì alla defonta una nuova moglie, dalla quale due figliuole ebbe e due figli che occupati furono anch’essi sull’esempio del padre ne’ pubblici magistrati. Servi anche per dieci anni continui cancelliere all’ufficio delle Miniere dipendente dal Consiglio de’ X, essendo vicarii Filippo di Zorzi, Francesco Medici, e Sanson Sansone. Col primo anzi fu a Lovere nel Bergamasco per ¡scoprirvi una certa cava minerale che denunciata venne siccome contenente oro, ma le indagini tornarono vane, non essendovisi trovata cosa di buono. Nel