S. NICOLO’ I di Crema , del quale si ha Favole ed altre cose in luce; il p. don Paolo Morari, che pubblicò sue prose e suoi versi originali e tradotti ; in fine il p. don Ermanno Barnaba di Buja nel Friuli , dotto singolarmente in chimica, e che diede in questo Collegio spettacoli d’ incombustibilità, avendone anch’ egli trovato il secreto modo. Che se onorano questo luogo per rispettò della coltura letteraria che vi appararono, i due ricordati fratelli Zeno; [I* onora poi per rispetto delle scienze filosofiche, le quali quivi apparò, il marchese Poleni. Oltre poi a’ Che-rici si accoglievano per la educazione morale e civile, e per la istruzione nelle scienze e nelle lettere anche giovani secolari, del che fa menzione 1’ ab. Moschini nella Storia della Letteratura Veneziana del Secolo XVIII. Evvi alle stampe un libretto che questo Seminario riguarda : Metodo di letlerarii esercizii prescrìtti agli studenti del Seminario Ducale di Castello r anno niDCLxxxr, opuscolo, per sentimento del Moschini, che presenta un metodo degno di quel secolo, abbonito dal presente. Forse per questo metodo di letterarii esercizii, o perchè istituita vi fosse qualche Società virtuosa , si diede il titolo a questo luogo di Accademia , titolo che veggo e nel Boschini ( Ricche Miniere p. 11, anno 1674 Sestier di Castello); e nel Martinelli ( Ritratto p. 102, ediz. ijoó); e nella Pittura Veneziana ( toni. I, pag. 129 , ediz. 1797 ). Del Seminario parlaron fragli altri il Cornavo ( Eccl. Ven. p. 227 , 4ò5 , voi. XII, e nelle Notizie Storiche p. i58 ) ; il Coronelli ( Guida 1744 p- 74 ) ; il Forestiere illuminato ( pag. 109 , 110, ediz. 1763 ) ; il Zucchini ( Sestier di Castello p. i3o ) ; il GallicioÌli ( voi. V, pag. 56g); il Moschini ( Letteratura Veneziana voi. Ili, p. 264 ) ; r Orsoni ( Piovani Veneti p. ii4 ); e il ricordato Todeschini sopra ogni altro copioso e veritiero ( tom. II manoscritto de’ Procuratori di san Marco ) . Questa inscrizione poi oltre al serbarci la memoria del Seminario Ducale, serba anche varii nomi di illustri Veneziani. Non accade però qui di parlare di tutti, imperciocché del doge Nicolò da Ponte dirò in S. Maria della Carità ; del primicerio Alvise Diedo in S. Maria delle Grazie; di Iacopo Soranzo cavaliere nelle epigrafi di S. Maria degli Angeli di Murano; di Iacopo Foscarini in quelle di S- Maria del Carmine; di Federico Contami« procuratore alle Zitelle: di Francesco Friuli cavaliere e procuratore in S. Maria Maggiore ; di Andrea To». IL I CASTELLO 363 Delfino nella chiesa del Salvatore. Di maniera che non restando ora a favellare che di Marcantonio Barbaho, e di Giuolamo da M\l^ ( Amvlio), dico, che Girolamo da Mvla fu figliuolo di Cristoforo q. And rea, nato del i54o da Elena Prioli q. Girolamo . Per avere nelle urgenze delia Repubblica al momento della guerra di Cipro som-ministrato sedicimila ducati venne eletto a procuratore di san Marco de Supra nel di 4 maggio 1572 ; e mori a’ 21 del mese stesso dell’anno 1607, come dalle genealogie di Marco Barbaro. il suo corpo fu interrato nella chiesa di S. Maria della Carità ove vedremo sepolture della casa. Il Manfredi (Dignità procuratoria) malamente lo dice figliuolo di Girolamo, anziché di Csistoforo. 11 Sansovino poi ricorda la scelta libreria che il procurator da Mula possedeva a’ suoi tempi. ( Venetia lib. Vili , pagina i58 ). Marcantonio Barbaro fu figliuolo di Francesco q. Daniele, e fratello di Daniele eletto patriarca di Aquileja . Nacque nel 22 settembre del 1518 da Elena Pisani di Alvise; e del 1554 sposò donna Giustina Giustiniani di Antonio, dal qual maritaggio vennero Francesco ed Ermolao Barbaro amendue aquilejesi Patriarchi. ( Genealogie e Nozze di M. Barbaro ) . Marcantonio passato dalle minori cariche della Repubblica alle maggiori riusci senatore riputati,s-simo. Del i56i nel giugno venne eletto ambasciatore in Francia e quivi essendo nel i56a fu incaricato di congratularsi con Carlo IX e colla Regina sua madre per la vittoria che in quel-1’ anno avean le genti loro riportata sopra gli Ugonotti ( -Mcrcs/W lib. Vili, p. 193), nella quale occasione ebbe le insegne di cavaliere ( Cappella ri) . A Iacopo Soranzo, Bailo in Costantinopoli , successe nel maggio 1568 il Barbaro , il quale sebbene per la guerra che Selim contra la Repubblica moveva fosse stato colà posto prigione e con somma gelosia custodito, non tralasciò , quanto fu in lui, di avvisare per lettere il Senato de’movimenti d-ell’inimico. Siffattamente in cotesta occasion si condusse, che rimessa alla prudenza e desterità di lui la trattazione della pace , fu da esso per cinque continui mesi con tanta sollecitudine e secretez-za condotto 1’ affare, che non solo nel 1 573 si conchiuse la pace con molto vantaggio della Repubblica, ma prima in Costantinopoli si seppe la conclusione di essa, di quel che si sapessero li trattati. I capitoli relativi furono recati in Venezia da Francesco primogenito figlio del 47