268 S. MARIA DELL’ ORTO coli da darsi ..Quindi ebbe principal mano Dò- sua grande lode ; e a Monza lavorò in quello menico. nella grande loggia che si è eretta nella erettoci dall’ architetto Piermarini; e ricordasi piazza de’ ss. Gio. e Paolo di dove il Pontefice un suo vaghissimo Carro Chinese costrutto nel diede al popolo la benedizione , e che è alle 1771 per le nozze dell’ arciduca Ferdinando d’ stampe; («) e nel prospetto della piazza di s. Austria. A Gratz occupossi finalmente per quel Marco coll’arco Trionfale e col palagio inalza- Teatro, ed avrebbe accettato le offerte di ire to in onore de’Conti del Nord , pubblicato a Roma e a Pietroburgo per dipingere in quel- pur colle stampe (ì), insieme co’carri Trion- le scene, se le sue circostanze familiari e spe- fali da’Fossati stessi inventati e composti. (5) zialmente le persuasioni degli amici e de’ pro- Ferlaqualeosa tanto Giorgio che Domenico ri- tettori suoi non 1’ avesser trattenuto in patria . portarono decreti di approvazione dal Senato, Fra i varii allievi ch’ebbe, è a contarsi un suo e voci'di elogio dal popolo veneziano e dal- nipote di nome Cipriano Pelli elvetico che riu- T immenso novero di forastieri accorsi in sì so- sci buon dipintore Teatrale . Ma chi avrebbe lenne occasione. Non solamente poi in Venezia creduto che un genio vastissimo qtial si era il ristrinse-i suoi lavori Domenico; egli portolli Fossati, e dotato poi di tale rapidità di operare, anche fuori. A Udine_ stette alcuni anni edipin- quale veggiamo dover essere sfata quella del se in quel Teatro, e quivi pure nei palagi di pa- Tintoretto, avesse poi a perire giovane e in vecchi de! signori Friulani. A Padova, Vicenza, modo acerbissimo ? Lavorava , come ho detto, e Verona lasciò opere del suo pennello; ed una nel paiagro de’ Contarini, chiamatovi da Alvise delle sue maggiori cose stà nel soffitto della a.° detto Giorgio cavaliere e conte del Zaffo 1’ chiesa parrocchiale di Martellago. Anche fuori anno 1784 nella occasione ehe prendeva Gior- di Stato fu conosciuto il valor suo, e il Teatro gio il possesso del cavalierato (4). e dipingeva della Scala in Milano fu da esso dipinto con in compagnia del Guarana figurista, e d’ altri, (1) Sotto il Rame si legge: « Veduta della Loggia che fu ili pubblica commissione eretta in Venezia « nella Piazza de’ss. Giovanni e Paolo sopra la quale sua Santità Pio VL accompagnato da sua Se-« reniti diede al popolo il di 19 maggio 1782 la sua santa benedizione. « — Inventata e diretta da Antonio Codognalo —delineata e dipinta da Domenico Fossati — Incisa da Giacomo Leonardi«. (2) il generale prospetto della piazza col palazzo, ed arco trionfale, gradinate allo intorno, e carri trionfali nel mezzo, inciso in questa occasione ha le seguenti sottoposte parole: « Imago spectaculi quod (c in foro D. Marci Magnis Hussiae ducibus Nicolaus Michaelius et Philippus Calbus sapientes aeraci rio praefecli ex s. c. exbibuerunt IX. Kal. Febr. MDCCLXXXII.— Antonio Codognalo inventi tore atque directore — Dominicus de Fossatis del-— Jac. Leonardis sculp. Veneliis. « Sonvi poi quattro carte incise che partitamente rappresentano lo stesso spettacolo. Due il fan vedere di giorno, altre due di notte colla illuminazione. Delle due di giorno, l’una rappresenta il palagio e la caccia de’Tori, l’altra l’Arco coll’entrata in folla di tutto il popolo. Delle due di notte, l’una ha l'illuminazione veduta dalla parte dell'Arco e delle procuralie nuove, l’altra l’illuminazione veduta dalla parte dell’artefatto palagio e delle procurale vecchie. Le due prime sono disegnate dal Granclis, le altre due da /. Moretti, tulle quattro poi sono incise dal Baratti. Qui però a laude del vero, e per non frodare alcuno del merito proprio, devo dire (per quanto t>do da’viventi) che quell’ Antonio Co-dognato imprenditore di pubblici e privati spettacoli, sebben fosse uomo di grande genio, e non ¡sfornito di cognizioni adatte, e sebbene figuri come inventore e direttore delle feste date a’Conti, pure per tal modo egli si riportava ai suggerimenti, alle vastissime idee, a’profondi studii del nostro Fossati, che il maggior merito certamente a quest’ultimo dovette attribuirsi anche nella occasione di cui parliamo. (3) La stampa di questi carri ha il seguente frontispicio: « Currus Triumphales ad adventum clarissi-« morum Moschoviae principum Pardi Petrovitz et Mariae Theodorownae conjugis regali ornan-« dum spectaculo in divi Marci Venetiarum foro die 22 januarii anno MDCCLXXXII. conscripti « patres in candidi contestationem animi poni jussere. assidua duorum nobilium sapientium Nicolai « Michaelis et Philippi Calbi cura praesedit: Georgii pàtris, Dominicique filii de Fossatis architecjo-« nicae professioni strenue peritorum delineatio atque opera effecit. Cinque sono i carri: Il primo]rappresenta la Pace coronala dall’ Abbondanza. Il secondo Cerere per l Agricoltura. Il terzo Pane Dio della Pastorale, Il quarto Pallade e Mercurio che soprasiedono al-l’arti mecaniche di Venezia. Il quinto il Commercio rappresentato da varie nazioni. (4) Per questa occasione abbiamo alle stampe la seguente: » Orazione pel solenne ingresso di sua ec-