S. MARIA DELL’ORTO 267 animaciversionibus quibus accedunt disserta-tiones aliquot de re eadem militaripc^h/iiRomani Rat badi llermanni Schelii. Ciò fa vedere che l’opera del ' Contarini recò molta luce a questo genere di studii; e solo in essa sarebbe stata desiderabile una certa precisione e un certo ordine che, come osserva il Tiraboschi, ne avesse potuto render utile insieme e piacevole la lettura. 5. V incendi Conta reni orationes tres ad peril-lustrem equitetn Ioannem Baptistam Guari-rium. Ve.netiis CIDIDCXI. a pud Nicolaum Polwn. 4- La prima è, de Virgilii laudibus. avuta nel patavino ginnasio 1’ anno 1610 nel cominciare la spiegazion dell’Eneide. La seconda è, de eloquentiae cu/n arte militari similitudine, detta nello stesso ginnasio l anno i6or> dovendo spiegar Tito Livio. La terza è in morte Ioannis Savii cognome/ito Perii-nacis sacrae theologiae doctoris, letta nel 1601 iti Padova, nell’Accademia defili Stabili. Del nostro Vincenzo fra gli altri parlano, Iacopo Filippo Tommasini nell’ Elogia virorum illustrium ec. Patavii pag. 179. 180 181. e 201. col ritratto in rame del Contarini; ritratto che il Tommasini riproduce a p. 179 del libro Parnassus Euganeus , Patavii 16^7- 4-Marco Foscarini nella Letteratura Veneziana p; 571. note 107. 108. 109. Iacopo Facciolati nei Fasti Gymnasii Patavini, pag. LIX LX. Tomo I; il cherico regolare somasco Pier Cat-terino Zeno nelle annotazioni alla vita di Andrea Morosini scritta da Niccolò Crasso e inserita nel T. V. degli Storici Veneti a pag. XXII. LIII. Se ne parla nelle lettere d' uomini illustri che fiorirono nel principio del secolo XVI/. Venezia Baglioni 1744. p- 4? e in più altri luoghi di esse; dal TiraboSchi, e da altri che trovansi da questi scrittori citati. Non so poi'come il Cappellari nel suo Campidoglio lo ponga fra gl illustri patrizii, se vedemmo che era cittadino, e come lo intitoli sacerdote, se nessuno de’detti autori, che pur sono i più veritieri, han fatto motto di ciò, e se il Necrologio non gli dà cotale attributo. 35 D. O..M. i EX LAPIDE | DOMINICVM FOSSATI i DÌGNVM. 1 QYI CARVS, DILECTVS. VNI-CVS> I PIGTORI13VS’ OPERARE POPVLO | PROFESSIONE. AMORE > SPECTACVLIS ■ I Tom. IL HIC TANDEM 1 LABORIS CAVS.V ANTE aN-NOS | VITA RECESSIT I AETATIS SVAE XLI I DIE XIV AVGVSTI | MDGGLXXXIV. Sul pavimento nella navata sinistra di faccia la Cappella di s. Agnese . Domenico Fossati era figliuolo di Giorgio architetto, e nacque in Venezia del 1740 nella parrocchia dijs. Renedetto, da famiglia originaria di ¡\lorcote Rorgo sul lago di Lugano, ove nato era suo padre Giorgio. Fu Domenico educato sempre in Venezia, ma pochi maestri ebbe, imperciocché dotato di naturai genio e talento per le belle arti si mise a studiare sotto il padre suo, che oltre all’essere architetto era e pittore ed incisore; e in effetto anche il figlio divenne valente dipintore massime in ornati, in prospettive ed architetture. Ascritto all’ Accademia veneta di pittura, si diede fin da' primi anni a lavorar per Teatri, per pubblici spettacoli, per palagi, per chiese ec. Essendosi del 1770 in febbrajo abbruciato il Teatro vecchio di s. Renedetto di questa città , aveva Domenico proposto un modello per la nuova sua costruzione, e sebbene per la grandiosa spesa, non abbia avuto effetto, nondimeno fu assai ammirato, e a Domenico si allogarono la maggior parte degli scenarj per la'prima apertura di esso, opere che riscossero grande applauso non men ciré quelle dei cugini Mauro pittori prospettici che con esso lui in quella occasione operarono. Per la difficoltà della invenzione fu molto applaudito l’interno e 1’ esterno del Labirinto di Creta ch’egli fece pel Teatro di s. Samuele nel bailo il Minotauro eseguitosi nel 1776 ed ideato dal celebre Onorato Viganò. Anche nella commedia del co. Carlo Gozzi intitolata le Droghe d'Amore l’anno 1777 rappresentata nel Teatro di s. Luca, notissima per gli avvenimenti del segre^ tario Pietro Gratarolo, aveva il Fossati dipinto. Fra i molti palagi adorni di sue opere, è il Palazzo Gidoni a s. Giovanni Decollato che ha una sala dipinta a tempera con oggetti architettonici, e il Palazzo Contarini in questi contorni di s. Maria dell’ Orto, la cui impresa però gli fu fatale, come dirò in seguito; varie però di queste pitture nei palazzi nostri perirono colpa i nuovi ristauri, e la riduzione delle sale e delle camere ad un gusto più moderno . Nella circostanza che fu visitata la città nostra da sua Santità Pio VI, e dal gran duca e gran duchessa di Russia sotto il nome di Conti del Nord l’arino 1781 fu allogata a’ Fossati, padre e figlio la maggior parte de’ lavori per gli spetta-